Sto facendo depositare
dentro di me tutti gli avvenimenti degli ultimi tempi e sento che la mia
ragione si dimostra limitata davanti a certi misteri, a certi vincoli segreti
della vita, alle oscure volontà del cosmo, all’immenso colloquio dell’universo.
Come cacciato fuori dal mondo delle cose conosciute mi agito al di là del
confine della vita, tra interrogativi sconcertanti, tra imprecisi fantasmi, tra
risposte troppo chiare per non essere una fetta della realtà ma la verità
completa, tra ombre chiazzate di rapide luci che si spengono sempre prima di
poter vedere e capire fino in fondo che cosa illuminino, bagliori improvvisi d’intuizioni
che si smorzano prima di raggiungere l’intelligenza e la memoria. Sento che l’anima
può racchiudere formidabili forze ignote che solo per questo appaiono oscure.
Ma queste forze misteriose di cui ho sperimentato l’esistenza, sono consapevoli
e individuali oppure inconsce e impersonali? E quando veniamo a contatto con
una di esse è perché la nostra psiche ha proiettato al di fuori di sé una parte
autonoma, oppure il nostro è un incontro con un’energia indipendente da noi,
forse un’entità disincarnata, definita e reale?
Ora so che non sono
pensieri né suggestioni, ma anime dei viventi di ieri, ora operanti su di un
altro piano; non sono materiali inconsci che salgono in superfice a causa di un
trauma, ma qualcosa, o meglio, qualcuno che attenta e confonde la stabilità
presunta del mio universo.
Secoli di ragione, di
logica, di scienza, ci hanno imposto un ordine, piantato paletti nella
percezione della realtà. Ci hanno fatto credere che il modello razionale fosse
l’unico possibile per contrastare la follia. L’universo artificioso che ci
hanno configurato non è quello giusto, ma una dimensione angusta e falsa dentro
la quale ci fa comodo vivere, o ci è necessario, perché la nostra ragione non
sarebbe preparata a sopportare di più.
Devo cercare di
ricomporre questo mio mondo. Avvicinandomi a quello meno sperimentato da altri.
San Paolo mi parla di corpo psichico, che sta per astrale, eterico, doppio.
Inizio da qui, da ciò che è dentro di me ma che in realtà mi contiene. Quest’energia
che abbiamo addosso tutti ma in quantità così diversa, che cos’è? È quella che
resterà intatta quando il corpo muore alla forma di vita che conosciamo (e
quindi ha relazione con l’anima) ma dipende pure dai centri nervosi
(vibrocentri) ed ha attinenza con l’energia dei medium, dei sensitivi, dei
maghi, dei condottieri, dei profeti, in misura e qualità disuguali.
Quando una lampadina si
rompe non finisce certo la corrente che la faceva accendere. Così l’energia che
è in noi non si esaurisce con la vita fisica e questa nostra carica cambia di
stato e di livello. Superata quella soglia, si aprono mondi inusitati, dalle parvenze
terrene ma fatti col tessuto del mito e la trama delle fiabe, inondati di Luce
o affondati nelle tenebre perenni.
Per noi tutti dopo la morte e
per alcuni già in questa esistenza tramite le esperienze di confine, ci
trasformiamo in sorgenti d’onde, cioè in energia spirituale, libera dalla
materia, dalla primitiva forma sensoriale. Oltrepassata la soglia, spazio e
tempo svaniscono e noi possiamo raggiungere ogni punto delle multidimensioni
attraverso il principale predicato dell’anima: la volontà.
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