Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

lunedì 24 maggio 2010

L'uomo, chi è?

«La grandezza dell’uomo sta in questo. Che egli è un ponte e non uno scopo. Ciò che può farlo amare è il fatto che egli è un passaggio e un tramonto». (Friedrich Nietzsche – Così parlò Zarathustra. Chemnitz, 1885.)

giovedì 20 maggio 2010

Il Tempo è relativo

Da bambino credevo di avere una Vita davanti a me, di arrivare a 80 magari 90 nel migliore dei casi a 100 anni. Nell'adolescenza persi alcuni persone a me care e capii che si può muorire da un giorno ad un altro. Oggi ho una nuova Consapevolezza: qualsiasi cosa mi accadrà bella o brutta la mia Anima vivrà in Eterno, e non è una frase costruita.... io ci credo veramente.

di Gianluca Riccardi

domenica 16 maggio 2010

MA SIAMO UOMINI O CAPORALI?

Assisto con tristezza ai contorsionismi di una Chiesa Cattolica - spiace dirlo - preoccupata unicamente di conservare l'esistente, ovvero il potere delle sue alte gerarchie. Questo non ha nulla a che spartire con la fede, con la spiritualità, con il sacro. Sembra che ogni tipo di Istituzione, temporale e spirituale, siano alla deriva progressiva verso una fine ignobile, vergognosa. Per i cattolici doc quanto vo' affermando, ovviamente, è falso. Si è costruito intorno alla fede l'eguaglianza sospetta tra Chiesa e Cristo, cosicché da una posizione autoreferenziale super protetta, i vertici ecclesiali per quanto indegni, sporchi, impelacati in pratiche immonde, imputtaniti col mondo, rappresentano sempre e comunque il divino; sono il tramite, il canale attraverso cui è trasmessa l'energia sacra sin dalla fondazione del mondo. Capite, amici del blog, che da queste posizioni è difficile uscire, è difficile cambiar registro. Seguire Cristo, per la mia esperienza, credo sia un cammino senza, necessariamente, intermediazioni di sorta, prete o non prete, il rapporto segretissimo, interno, intimo col divino, è qualcosa che va ben al di là di liturgie - non effimere ma non imprescindibili - di pratiche formali. Seguire Cristo non è appannaggio di una appartenenza ad una comunità di fedeli, di cristiani, cattolici o protestanti. Oltre le etichette religiose, oltre l'identità comunitaria, le appartenenze, c'è un rapporto strettissimo da cuore a Cuore, da anima ad Anima, da spirito a Spirito, ove conta ciò che si è e si vuole, di là da divise, tessere, nulla osta, sigilli. Vi sono persone che per karma, attitudine, caratteristiche culturali, si avvicinano a Dio attraverso forme religiose, chiese, comunità, movimenti. Si può appartenere ai focolarini, ai ciellini, ai neocat, e trovare Cristo, incontrarlo, purché non lo si identifichi con i rispettivi fondatori di tali movimenti. È accaduto pure questo. L'idolatria è dietro l'angolo. I baciamano di questo o quell'uomo, si sprecano. Si divinizzano persone - vedi l'ex cantautore ispanico Kiko - e alla fine non si incontra più Cristo, ma un suo simulacro in terra. Poi dicono male degli indiani e dei loro guru. Ma per favore. Assisto a scene degne degli isterismi dei fans nei concerti rock, durante il passaggio del papa, o di quel fondatore di movimento. I famosi fermenti evangelici tanto cari al cattolicesimo moderno, ben vengano, ma non mischiamo i ruoli. Qualcuno potrà pure dirmi di non occuparmene, se non sono più cattolico, quindi sono fuori dalla Chiesa, cosa vado a criticare? Dovrei farmi i fatti miei e girare al largo. Già, ma siccome sono un innamorato di Cristo, non posso non imbufalirmi nel vedere alcuni che si allontanano dalla fede o dalla ricerca di Dio a causa di certe porcate commesse da bestie in abito talare, coperte dalle gerarchie per evitare lo scandalo. Mi indigno. Una fede infantile di molti cattolici è messa a dura prova nei momenti topici della vita: malattie, morte, depressione esistenziale. Se poi ci aggiungiamo che un papa o un cardinale marcano male, proteggono l'orco fregandosene della vittima innocente, se permettete mi girano gli zebedei. Il potere obbliga a grande responsabilità. Gli applausi, i baciamano, gli onori, servono a poco se non si hanno le spalle/palle/fegato/coraggio/onore per sostenere il peso delle responsabilità, della funzione. Oppure il cattolico è un coglione che deve abbassare sempre la testa, un pecorone che deve sottomettersi, uno yesman per tutte le stagioni? Io sono uno spirito libero, un anarca dello spirito, un eretico (?) forse pure, ma ho capito una cosa dalla vita: se non cerchi Dio e te stesso, che campi a fare? Se non cerchi Dio e te stesso, anche contro il mondo e le sue istituzioni, che uomo sei? Se cerchi Dio e te stesso, pensando che sia sufficiente appartenere ad una chiesa, ma poi, prima o dopo dovrai fare i conti con la vita stessa e allora come la metti? Dove ti appoggi?
Il cattolico oggi, è un uomo in difficoltà, forse più dell'ateo o dell'agnostico. Tuttavia, penso, sia ancora possibile incontrare Cristo, oltre le forme, oltre le sudditanze, oltre la società bastarda, oltre le prigioni dell'io, oltre le chiese. Il Regno di Dio è dentro ogni uomo, dove cercarlo altrimenti?