Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

lunedì 26 ottobre 2009

REIKI, UNA VIA MINORE


Citiamo per chiarezza un esempio di iniziazione alchemica che si è oggi molto diffusa: il reiki. Benché questa pratica venga comunemente descritta come l’apertura di canali di “energia cosmica”, ciò è errato. In realtà si tratta di una tecnica che permette di ottenere una strutturazione alchemica all’interno dell’organismo in grado di irradiare un’energia rigenerante attraverso le mani. L’equivoco nacque dal fatto che Mikao Usui, l’inventore del reiki, non aveva un’adeguata preparazione per comprendere quanto stava scoprendo, e soprattutto non aveva alcuna conoscenza di alchimia. Egli non fece altro che collegarsi, attraverso l’uso di alcuni simboli rinvenuti in un monastero tibetano, ad un campo di energia rigenerante realizzato alchemicamente in antichità. Ovviamente, non avendo le conoscenze per comprendere correttamente il fenomeno, non potè che interpretare la cosa in termini vagamente mistici.
Oggi, naturalmente, sono diffuse molte diverse forme di reiki, perché in seguito a Mikao Usui vari altri maestri, utilizzando differenti simbologie per arricchire la loro offerta, si sono collegati con altrettanti diversi campi di forze. La carica usata in queste scuole varia nel colore e nella qualità, tuttavia in nessun caso il reiki è mai stato portato al livello del Theerium, perché si rifà comunque alle tradizioni dell’alchimia asiatica, nelle quali l’incompleta conoscenza non ha permesso di realizzare un così elevato grado di purezza. Il reiki però, pur essendo un’iniziazione alchemica, non può in alcun modo essere considerato una via iniziatica; si tratta di una semplice pratica curativa.

sabato 10 ottobre 2009

La via del Potere




Attraverso il cinema, ma prima ancora nei fumetti, DC e Marvell su tutti, si propongono all'attenzione di milioni di appassionati entusiasti, supereroi dai poteri incredibili, come quello del dominio sulla materia, sugli elementi, sulle menti. Sin da piccoletto divoravo Black Macigno, Mandrake, Dottor Strange, Lanterna Verde, Capitan Miki e l'immancabile, per ogni figliarello italiano, Tex Willer. Col tempo mi accorsi dell’infantilità dei loro caratteri, tranne eccezioni, della puerilità delle motivazioni e dei ragionamenti, del fatto che spesso siano pieni d’odio e cattivi sentimenti.
Trovo necessario puntualizzare che queste capacità non solo possono aver per sorgente o Dio, o la natura o il Demonio, ma sono per così dire il segno dell’avanzamento su una certa via dello sviluppo di sè. Ci sono possibilità di ascesi naturali ed innaturali.
Oggi, a livello pubblicistico, letterario come il caso di Harry Potter, come già accennato nel cinema con le saghe dei Fantastici 4 e gli X Men, si promuovono le possibilità della via del Potere, alimentando negli spettatori il desiderio di poteri e conoscenze sovrumane che dovrebbero portarli non ad un contatto con Dio o a benefici spirituali, ma solo e sempre ad un maggior potere materiale. Si noti bene infatti che non si fa alcun accenno a Dio in queste opere, ma tutte le vicende si svolgono solo nel piano del divenire, non in quello dell’Essere.

I grandi mezzi mediatici, la cui potenza informativa non può essere negata, stanno infatti operando per un nuovo cambiamento culturale: fare dimenticare Dio e far prendere gusto per i piaceri terreni, tra i quali il potere.
Se la civiltà occidentale ormai al tramonto ha per base ideale la legge di Dio, l’incipiente civiltà dell’Uomo padrone di sé ha per base l’esercizio dell’assoluta libertà personale con qualsiasi mezzo.
Ma cosa è questa via del Potere che si è citata? Un sentiero di sviluppo interiore di poteri straordinari per ottenere dominio materiale sugli esseri umani.
Un testo poco recente, scritto da Louis Pauwels, esoterista ed allievo di G.I.Gurdjieff dà indicazioni illuminanti: in «Monsieur Gurdjieff» Pauwels raccolse molte testimonianze ed osservazioni sull’insegnamento del mago georgiano.
Vi si legge: “Sono convinto che il retroterra sia vero, ossia che Gurdjieff abbia davvero una grande sapienza e la voglia di trasmetterla ad una o due persone che se ne rivelino degne. Insomma Gurdjieff conosce una via dello sviluppo interiore di sè, ma quale via? Mi viene spontaneo rispondere: ci sono due vie, una verso Dio ed una verso il Potere”.
E di quest’ultima via, oscura, luciferina il georgiano sembrava maestro, usando metodi
talvolta stupefacenti per far avanzare i discepoli: Pauwels lascia intendere che Gurdjieff tentava di sviluppare nei suoi studenti uno stato d’animo profondamente negativo, necessario per ottenere risultati.
“Pare che ci siano monasteri nella Mongolia dove non solo le parolacce, il brutto carattere e gli insulti sono strumenti di insegnamento, ma anche le corde e i pugni se necessario. ... Anche la vecchia Blavatsky insultava i suoi seguaci, non per vera intenzione, ma per provocare delle reazioni profonde in loro”.
Quale risultato avevano simili metodi?

Pauwels riportava che alcuni studenti dicevano che la pietà e la carità sono chiacchiere senza il Potere, perdevano la capacità d’amare, e pensavano solo più a tiranneggiare sul prossimo.
Dal libro si evince che questo metodo consisteva nel creare ed alimentare un fortissimo egoismo col pretesto di trovare un centro in se stessi, e una enorme ferocia.
Gli uomini normali, addormentati venivano considerati delle macchine, e dunque manipolabili a piacere, senza importanza.
Ciò che Pauwels ha descritto richiama alla mente i film di Star Wars, prodotti da George Lucas.
In essi infatti due gruppi di praticanti poteri sovrumani si danno battaglia senza quartiere, i Jedi ed i Sith. I Jedi traggono il loro potere dall’equilibrio e dalla purezza interiore, e sono i maestri del Lato Chiaro della Forza, mentre i Sith dalle passioni, e maestri del Lato Oscuro.
Le forti emozioni negative quali rabbia, odio, malignità e crudeltà incrementano l’abilità del praticante del Lato Oscuro: più forte è l’emozione provata, più grande è il potere di cui si dispone.
Ne risulta che il Lato Oscuro provoca una fortissima assuefazione, cioé quanto più ne si richiama il potere, tanto meno si riesce a staccarsene. L’uso massiccio di queste capacità produce deformazioni fisiche, perché l’odio e la rabbia necessarie come carburante del potere corrompono il corpo. La corruzione si estende poi anche nell’animo, perché le emozioni negative si sostituiscono ad ogni altro pensiero e diventano i soli sentimenti che il Sith prova realmente; in questo caso l’adepto lascerà ogni cosa e cercherà solo più il potere assoluto.
Anche la relazione maestro-apprendista viene pervertita sotto i Sith, perché tutti e due, spinti dalla propria ambizione, finiranno a combattersi in uno scontro mortale per guadagnare il titolo di Maestro. Per i Sith questa lotta è un bene, perché il più forte, e dunque il più adatto, comanderà.
L’amore per una donna viene evitato dai Sith, perchè i sentimenti di sacrificio ed altruismo che ne potrebbero sorgere sarebbero d'’ostacolo alla loro passione principale ed indebolirebbero la loro abilità. Insomma, la via del Potere come percorso interiore attuale, in un mondo che conosce sempre di meno i valori umani e sempre più l’uso indiscriminato della forza per risolvere le contese, allo scopo di dominare ferocemente gli altri: sembrerebbe adatta come base per la spiritualità alla rovescia di cui parlava Renè Guenon, nel suo libro Il Regno della Quantità e i segni dei tempi.

Per coloro che possono credere che sia veramente possibile guadagnare superpoteri in questo modo verrà naturale una domanda: quale sarà il prezzo da pagare per chi intraprenderà questa via?
Innanzitutto le capacità intellettive di base, ossia la salute mentale.
Pauwels riporta che un simile percorso, sviluppando un assoluto egoismo, porta “all’ottenebramento dell’intelligenza, ed anche a quello del comune buon senso”.
Ancora peggio, se le passioni disordinate dell’animo impediscono all’anima di ricevere la grazia salvificante di Dio, cosa accadrà a chi si immerge in esse completamente e volontariamente e poi le amplifica?
Lasciamo l’ultima parola a Pauwels: “Quando si giunge in fondo alla via, quando si raccolgono i frutti del Potere, non esiste più alcuna apertura dell’anima verso Dio. E’ come andare alla Festa Nuziale senza quel requisito indispensabile che è l’amore”.

domenica 4 ottobre 2009

IL REGNO È DENTRO DI VOI

I discepoli gli domandarono: «In quale giorno verrà il Regno?». [Gesù rispose:] «Non verrà mentre lo si aspetta. Non diranno: “Ecco, è qui!”. Oppure: “Ecco, è là!”. Bensì il Regno del Padre è diffuso su tutta la terra, e gli uomini non lo vedono». [“Vangelo di Tommaso”, loghion 113]
Come restare indifferenti di fronte a parole simili, tracce di un messaggio perduto di Yeshua («Il Regno è dentro di voi», «Quando vi conoscerete, allora sarete conosciuti», «il Regno è dappertutto ma gli uomini non lo vedono»)? Il bellissimo senso del loghion 113 viene smarrito nei Vangeli ortodossi, frainteso alla luce della teologia paolina: «Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: È là, non ci credete. Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti». (Matteo [xxiv,23-24]) La conoscenza va cercata, e quando si capisce che tutto ciò che si credeva di sapere su questo mondo è errato, ci si turba: ma proprio allora si capisce la verità, e ci si meraviglia, e quando ciò accade, finalmente si torna al regno divino da cui si è giunti e si regna con gli altri esseri divini su tutto ciò che esiste. Nel mondo materiale non c’è più vita, la vita è un fatto dello spirito: una volta che si capisce che cosa è davvero il mondo (morte), gli si è superiori e ci si innalza al di sopra.