Il Novecento è stato il secolo senza fili. Radio ed elettricità ci hanno rivoluzionato la vita. Abbiamo comunicato tra di noi grazie ai fotoni e con gli stessi, illuminato le nostre case e città. Sembravamo avviati a riprenderci il mondo e l'universo, strappandoli dalla superstizione dei secoli bui. I filosofi decretavano la morte di Dio, la fisica relativizzava. La psicanalisi faceva l'autopsia all'anima per asportarne miti, sogni e misteri sepolti. E che fine facevano gli angeli, ormai obsoleti scampoli delle religioni? Persino alcuni teologi cristiani alla moda, accantonavano l'angeologia perché concezione ormai superata dal dibattito filosofico e culturale moderno. Sembrava che la dea ragione avesse il sopravvento sull'immaginazione, sulla magia, sulla dimensione sottile. Eppure, malgrado tutto e ringraziando il Cielo, l'eclissi del sacro non c'è stata. Semmai, dopo l'ubriacatura materialista, si è coagulato nell'état d'esprit, nello stato nascente collettivo, un bisogno di assoluto, di spirito.
C'è un elemento
decisivo e ricorrente nella storia umana: il reale non si può
ridurre alla dimensione visibile, è l'angelicità dell'essere, la
possibilità di alcune esperienze o cose o persone di essere
messaggere di un mondo più ampio rispetto a quello visibile. La
profondità del mondo è raggiungibile solo con una retta
disposizione dell'anima, un surplus inesauribile di bellezza e di
senso che fa appello all'intelligenza e ne rinnova il desiderio.
Nella figura dell'angelo è in gioco l'essenza del reale, la
proprietà delle cose di rimandare alla profondità dell'invisibile.
In tutti i testi sacri d'Oriente e d'Occidente, l'esistenza e la
presenza di questi esseri celesti, è centrale. Il cabalista Mosè
Maimonide, sostiene che gli animali e persino gli elementi naturali
possono avere una dimensione angelica. Le mitologie celtiche fino
alla saga letteraria di J.R.R.Tolkien, ci raccontano dell'esistenza
della Terra di Mezzo, un mundus imaginalis ove elfi ed altri
rappresentanti del Piccolo Popolo, interagiscono col mondo degli
uomini, trasmettendo segreti e portando aiuto. Come non vedervi una
continuità nel tempo e nello spazio delle forme dello spirito.
Perorare lo spazio
riservato all'invisibile nella nostra società è uno dei compiti che
intendo perseguire con le mie iniziative culturali (blog) e
spirituali (meno visibili). Il pericolo che stiamo correndo infatti
non è piccolo. Se rinunciamo all'invisibile si finisce
inesorabilmente per parlare solo di legalità e non più di
giustizia, solo di fascino e non più di bellezza, solo di utilità e
non più di bene, solo di esattezza e non più di verità.
Vi sono luoghi
privilegiati, specialissimi, in grado di rendere possibile la
manifestazione degli angeli. Luoghi sacri, campi di forza,
ponti-radio dell'invisibile, tangenti ad altre dimensioni. Lì sono
di casa le presenze angeliche. Avvicinarsi a questi luoghi, equivale
a sottrarsi alla pesantezza della modernità, alla densità del
vivere profano. Catalizzatori di energia, panacee dell'anima
sofferente. Passiamo ore ed ore nei centri commerciali, davanti alla
tv o al computer; siamo invasi da miriadi di informazioni; accendiamo
mutui bancari per tutta la vita: ma siamo sempre più poveri. Se
facciamo silenzio dentro e intorno a noi, potremo ascoltare l'amico
invisibile che non ci tradisce e saremo più ricchi.