Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

martedì 24 marzo 2009

UN NUOVO BLOG NECESSARIO


IL GRANDE IGNOTO
UFO - CONTATTI ALIENI - EVENTI INTERDIMENSIONALI - CLIPEOLOGIA - COMPLOTTI E COSPIRAZIONI - IL GRUPPO GNOSTICO - CODICE SALAMANDRA - CRIPTOPOLITICA
http://ilgrandeignoto.blogspot.com/

È nato un nuovo blog garantito Ciccarella. Perché un altro blog? Lo capirete, amici entronauti, dal sottotitolo che evidenzia un settore, ma sarebbe meglio dire dei settori che spaziano da quel fenomeno meglio noto come u.f.o. sino al complottismo da esso derivato. Già, perché secondo la mia tesi vi è una struttura sottilissima, che definisco IL GRANDE IGNOTO appunto, che connette tra loro le più variegate manifestazioni che sin dalla fondazione del mondo interagiscono con la realtà ordinaria che conosciamo. Una struttura particolare, speciale, erratica, interstiziale al continuum spazio-tempo da noi percepito.
Allacciate le cinture: si parte per mondi lontanissimi eppur contigui alla terra.

DOLLAROMEGA


domenica 22 marzo 2009

LA RISPLENDENTE




In ogni città, in ogni accampamento dell'Asia ho cercato di scoprire quali ricordi la memoria
popolare custodiva con più ardore. Attraverso questi racconti conservati e preservati, si può
riconoscere la realtà del passato. (...)
Tra le innumerevoli leggende e fiabe di vari paesi si possono trovare storie che raccontano di tribù
perdute e di popoli che vivono all'interno della Terra. Da tutte le parti, e in luoghi diversi e molto
lontano gli uni dagli altri, la gente parla di fatti identici. Ma correlandoli fra loro ci si accorge
immediatamente che non sono altro che capitoli di un'unica storia. All'inizio sembra impossibile
che possa esistere un legame scientifico fra questi mormorii distorti, raccontati alla luce dei fuochi di bivacchi del deserto. Ma in seguito, si comincia a cogliere la bizzarra coincidenza di queste molte leggende, raccontate da popoli che non si conoscono neppure di nome. (...)
In Kashmir si racconta della tribù perduta di Israele; certi eruditi rabbini potrebbero spiegarvi che
Israele è il nome di coloro che cercano, e che non sta ad indicare una nazione, ma il carattere di un popolo. In rapporto con queste credenze vi mostreranno, a Srinagar, la tomba del grande Issa: Gesù. Potrete sentire la storia dettagliata di come il Salvatore fu crocifisso, ma non morì, e di come i suoi discepoli portarono via il corpo dal sepolcro e scomparvero. Si dice che in seguito Issa si sia ripreso, e abbia passato il resto della vita in Kashmir a predicare il Vangelo. Si dice che, da questa tomba sotterranea, emergano vari profumi. A Kashgar, dove la santa madre di Issa si rifugiò dopo la crudele persecuzione subita da suo figlio, vi mostreranno la tomba della Vergine Maria. Ovunque trovate storie diverse di viaggi e spostamenti molto significativi; e a mano a mano che avanzate con la vostra carovana, questo vi procura il massimo piacere e una grande cultura. (...) Ogni imboccatura di grotta suggerisce che qualcuno vi sia già penetrato. Ogni corso d'acqua,
soprattutto quelli sotterranei, volge l'immaginazione verso i passaggi sotterranei. In diversi punti
dell'Asia Centrale si parla degli Agharti, il popolo dell'interno della Terra. Molte leggende
delineano essenzialmente la stessa storia, che racconta come i migliori abbandonarono la terra
traditrice, cercando salvezza in contrade nascoste in cui acquisire nuove forze e conquistare potenti energie.
Sui monti Altai, nella bella valle di Uimon, sulle alte terre, un venerabile vecchio credente
(Starover) mi disse: «Vi proverò che la storia dei Chud, il popolo che vive all'interno della Terra,
non è solo frutto dell'immaginazione! Vi condurrò all'ingresso di questo regno sotterraneo».
Sulla strada che attraversa la valle circondata da montagne innevate, il mio ospite ci raccontò molte leggende sui Chud. È notevole che la parola "chud", in russo, abbia la stessa origine della parola "meraviglia". Allora, forse potremmo considerare i Chud come una tribù meravigliosa. La mia barbuta guida spiegò:
«Una volta, in questa valle, viveva la potente e fiorente tribù dei Chud. I Chud erano in grado di
fare prospezioni minerarie e di ottenere i migliori raccolti. Davvero pacifica e industriosa era questa tribù. Ma un giorno venne uno Zar Bianco, con innumerevoli orde di crudeli guerrieri. I pacifici e industriosi Chud non erano in grado di opporre resistenza agli assalti dei conquistatori, e siccome non volevano perdere la libertà, rimasero quali servitori dello Zar Bianco. Allora, per la prima volta, crebbe in quella regione una betulla bianca e, secondo le antiche profezie, i Chud capirono che era giunta l'ora di partire. E i Chud, non volendo rimanere sotto il giogo dello Zar Bianco, se ne andarono sottoterra. Solo qualche volta potete udire cantare il sacro popolo; ora le loro campane risuonano nei templi sotterranei. Ma verrà il giorno glorioso della purificazione umana, e, in quei giorni, i grandi Chud riappariranno in tutta la loro gloria».
Così concluse il vecchio credente. Ci avvicinammo a una piccola collina pietrosa e, orgoglioso, egli
mi indicò:
«Eccoci: qui c'è l'ingresso del grande regno sotterraneo. Quando i Chud penetrarono dai passaggi
sotterranei chiusero l'entrata con le pietre. In questo momento siamo proprio accanto alla sacra
entrata».
Ci trovavamo di fronte a un'enorme tomba circondata da grosse pietre, tipica del periodo delle
grandi migrazioni. Di tombe di questo genere, con vestigia di reliquie gotiche, ne abbiamo viste
nelle steppe della Russia meridionale, sui contrafforti del Caucaso settentrionale; e, studiando
questa collina, mi ricordai che, attraversando il colle del Karakorum, il mio sais, un ladakhi, mi
aveva chiesto:
«Sapete perché le alte terre hanno un aspetto così particolare, da queste parti? Sapete che molti
tesori sono nascosti nelle grotte sotterranee e che in esse vive una tribù meravigliosa, che ha orrore dei peccati della terra?».
Quando ci avvicinammo a Khotan, inoltre, gli zoccoli dei nostri cavalli risuonarono a vuoto, come
se stessimo cavalcando sopra a delle grotte o a delle cavità. La gente della nostra carovana attirò la
nostra attenzione su questo fenomeno, dicendo:
«Sentite che stiamo attraversando un passaggio sotterraneo cavo? Chi conosce bene questi passaggi, può servirsene per raggiungere paesi lontani».
Quando vedevamo l'entrata di una grotta, ci dicevano:
«Molto tempo fa, qui viveva un popolo. Ora, costoro si sono rifugiati nell'interno, hanno trovato un passaggio verso un regno sotterraneo. È ben raro che uno di essi ricompaia sulla terra. Questi
personaggi vengono nei nostri bazar con una strana moneta antichissima, tanto che nessuno si
ricorda neppure più del tempo in cui questa moneta era in uso dalle nostre parti».
Chiesi loro se ci era possibile vedere questa gente, ed essi risposero:
«Sì, se i vostri pensieri sono in armonia con quelli di questo santo popolo, e se sono altrettanto
elevati, perché sulla terra vivono soltanto peccatori, e i più puri e coraggiosi passano a qualcosa di
meglio».
Grande è la credenza in questo Regno del popolo che vive all'interno della terra. In tutta l'Asia,
attraverso vasti deserti, dal Pacifico agli Urali, potete ascoltare le stesse leggende di un popolo
santo, scomparso. E anche più lontano, al di là degli Urali, l'eco di questa stessa storia vi
raggiungerà. Spesso si sente parlare di tribù all'interno della terra: a volte si dice che un popolo
sacro e invisibile viva dietro una montagna, a volte gas velenosi o rigeneranti si spandono sulla
terra, per proteggere qualcuno; a volte si sente dire che le sabbie dei grandi deserti si spostano e, per un attimo, lasciano vedere i tesori negli ingressi dei regni sotterranei. Ma nessuno oserebbe toccarli. Sentirete dire che nelle rocce, nelle catene montuose più deserte, si possono vedere le aperture che portano a questi passaggi sotterranei, e che, un tempo, belle principesse abitavano in questi castelli naturali. Da lontano si potrebbero scambiare queste aperture per nidi d'aquila, perché tutto ciò che fa parte del popolo sotterraneo è nascosto. Talvolta la Città Santa è sommersa, come nel folklore dei Paesi Bassi e della Svizzera. E questo folklore coincide con vere scoperte nei laghi, e sulle sponde degli oceani e dei mari. In Siberia, Russia, Lituania e Polonia troverete numerose leggende e fiabe sui giganti che un tempo vivevano in questi paesi ma che, in seguito, non amando i nuovi usi e costumi scomparvero. In queste leggende si possono riconoscere le basi tipiche degli antichi clan: i giganti sono fratelli, e molto spesso le sorelle dei giganti vivono su altre rive dei laghi o dall'altra parte delle montagne; molto spesso essi non desiderano abbandonare il luogo, ma un evento speciale li spinge lontano dalla dimora. Gli uccelli e gli animali sono sempre accanto a questi giganti, e come testimoni li seguono e annunciano la partenza.
Tra le storie delle città sommerse, quella della città di Kerjenetz, nella regione di Ninji Novgorod, è davvero magnifica: questa leggenda ha una tale influenza sulla gente che anche ora, una volta
all'anno, molti credenti si raccolgono in processione attorno al lago in cui la città santa fu
sommersa. È toccante vedere quanto siano vitali le leggende; vitali quanto i fuochi di bivacco e le
torce della stessa processione che echeggia dei santi canti dedicati alla città. Poi, in assoluto silenzio, la gente attende intorno al fuoco di bivacco, e ascolta le campane a festa di chiese invisibili. Questa processione ricorda la festa sacra del lago Manasarowar nell'Himalaya. La leggenda russa di Kerjenetz risale al periodo del dominio tartaro: si racconta che quando le orde mongole vittoriose si avvicinarono, l'antica città di Kerjenetz fosse incapace di difendersi; allora tutto il santo popolo di questa città si recò al tempio e pregò per la salvezza. Davanti agli occhi stessi degli impietosi conquistatori, la città sprofondò solennemente nel lago che da allora è considerato sacro. Anche se la città si riferisce all'epoca del giogo tartaro, è possibile distinguere in essa basi molto più antiche, e le tracce dei tipici effetti delle migrazioni. Questa leggenda non soltanto diede luogo a numerose varianti, ma ispirò anche numerosi compositori e artisti moderni. Tutti si ricordano dalla bella opera di Rimsky-Korsakoff, La città di Kitege.
Gli innumerevoli kurgan delle steppe meridionali sono circondati da molte storie che parlano
dell'apparizione di un guerriero conosciuto di cui nessuno conserva la provenienza. I monti
Carpazi, in Ungheria, conservano storie simili di sconosciute tribù, guerrieri giganti e città
misteriose. Se, liberi da pregiudizi, segnerete con pazienza su un mappamondo tutte le leggende e i racconti di questo tipo, sarete sorpresi del risultato. Quando raccogliete tutte le storie di tribù perdute e che vivono all'interno della Terra, non ottenete forse la mappa completa delle grandi migrazioni? Un vecchio missionario cattolico, un giorno ci disse casualmente che il luogo dove sorge Lhasa era un tempo chiamato Gotha. Nella regione trans Himalayana, a un altitudine tra i quindicimila e i sedicimila piedi, abbiamo trovato parecchi gruppi di menhir. Nessuno sa di questi menhir in Tibet.
Una volta, dopo un intero giorno di viaggio attraverso le nude colline e le rocce trans Himalayane,
vedemmo di lontano le nere tende che erano state preparate per accogliere il nostro accampamento. Contemporaneamente notammo, non lontano e nella stessa direzione, quelle lunghe pietre che sono così significative per qualsiasi archeologo. Anche da lontano potevamo distinguere la forma particolare di quella costrizione.
«Cosa sono quelle pietre, su quel pendio?», chiedemmo alla nostra guida tibetana.
«Oh - rispose - sono dei doring, delle pietre lunghe: è un antico luogo sacro. È molto utile mettere
del grasso in cima alle pietre, così le deità locali aiutano i viaggiatori».
«Chi mise qui queste pietre?».
«Nessuno lo sa. Ma, dai tempi antichi, questo distretto si è sempre chiamato Doring, 'le pietre
lunghe'. La gente dice che, molto tempo fa, da qui passò un popolo sconosciuto».
Sui rilievi trans Himalayani abbiamo visto distintamente lunghe file di pietre verticali. Questi viali
terminavamo in cerchio con tre altre pietre nel centro.

Roerich

FINI FINE FINALMENTE


Alleanza nazionale finisce la sua esperienza, breve, contorta, imbarazzata del suo passato e incerta del suo futuro. Fine di un partito, fine di una improponibile perché superficiale destra politica. Fine di una destra tendente al centro, di una destra rinnegata dai padri e disorientata dai figli. Fine di una illusione per tanti militanti e buon per loro. Ora per tutti gli esponenti (Fini, Gasparri, Alemanno etc.) non rimane altro che un posticino al sole, leggasi Berlusconi. Un posticino, un monolocale, e se proprio non c'è spazio, uno zerbino all'ingresso della villa di Arcore. In tutta questa vicenda triste se non grottesca, emerge la figura del cavaliere come grande mediatore, furbo, ostinato, padre padrone, un gigante tra nani e guitti. Certo, viviamo tempi magri, disperati, dove i nani della finanza mondiale ci hanno portato nel baratro, dove non vi son più uomini che incarnano ideali ma uomini per tutte le stagioni... e allora persino un bravo imprenditore, un arguto pubblicitario come il Cavaliere può diventare un gigante della politica. Figuratevi gli altri allora. La fusione fredda tra An e il Pdl porterà semplicità direttiva e decisionale per il Premier, maggiore compattezza organizzativa. Tutto qui. E quando questi giovanottini un po' con gli anni come Fini, Gasparri, Matteoli, parlano di valori della destra che confluiranno comunque in Forza Italia, mentono nostalgicamente, ma mentono. Gli interessi personali di politici, le poltrone che pesano, il domani magari targato Europa, sono gli unici riferimenti validi. Del resto, cari Entronauti, finché l'egolatria rimane la bussola per navigare sul mare esistenziale di ogni uomo, non esiste evoluzione della coscienza, non esiste luce dell'anima. Il mestiere di politico è per definizione affermazione dell'io, abito della vanità, come qualsivoglia potere, temporale e spirituale. La storia ci ha donato qualche re illuminato, Carlo Magno, Federico II°, Carlo IV° e pochissimi altri. Uomini unti di luce che pur fra contraddizioni tipicamente umane, hanno comunque fatto brillare il mondo. Oggi, di unto abbiamo solo qualche parrucchino, qualche mano, qualche sacro lombo.

venerdì 20 marzo 2009

CAPITAN AMERICA È GAME OVER


Il potere mondiale di Washington si è sempre basato su due aspetti: un sistema militare dominante ed uno finanziario capace, grazie alle banche, di indebitare tutti i paesi del mondo con la Federal Reserve, obbligandoli alla sudditanza politica.
Le guerre disastrose in Afghanistan (il 75% del territorio è in mano ancora ai talebani antimoderni), in Iraq (dopo l'occupazione migliaia di morti statunitensi e paese in balia del terrorismo) ed il caso “Georgia-Ossezia” dimostrano che Washington non possiede più una superiorità militare schiacciante come in passato, e certamente non è più in grado di fermare le potenze emergenti, Russia, India e Cina soprattutto. Ora che anche il sistema bancario e finanziario a “stelle e strisce” sta crollando, potremmo assistere ad un clamoroso vuoto di potere, dove le nazioni più intraprendenti e coraggiose potrebbero tornare ad essere padrone del proprio destino e qualcuna maledettamente tentata a sostituire gli USA nel dominio del mondo. Che strada sceglierà l’Europa? Sceglierà di liberarsi dal giogo americano oppure subirà il tracollo dello Zio Sam?
La domanda è retorica ovviamente. Finché l'Europa sarà sotto il governo del Mercante subirà la stessa sorte degli americani. E l'impero di Serse è alle porte. Ancora dall'oriente la minaccia, ma questa volta non ci saranno più i 300 spartani a difenderci.

giovedì 19 marzo 2009

STATI UNITI D'AMERICA


O costruttori di torri, correte allo sfacelo con ali sempre più rapide, con orgoglio sempre più teso: la fossa deve essere colmata.
Quindi, o costruttori di torri, cogliete tutti i lauri delle vostre conquiste: voi che siete riusciti a far girare la terra girando voi stessi, riuscite a fermare i cieli fermandovi voi stessi.

Ed è a questo punto, o costruttori di torri, che il vostro gioco sarà finito: e tutti i ninnoli di metallo che avete cosi laboriosamente elevati accanto ai vostri pensieri saranno l'ultima corona della vostra ultima vigilia di guerra.
Dell'ultima vostra guerra profana, schiavi e figli di schiavi.




Guido De Giorgio, Crollano le torri, “La Torre”, 1930.

martedì 17 marzo 2009

CREDO

" Credo nei valori del radicamento, dell’identità e della libertà; nei valori che nascono dalla tutela della dignità personale. Sono convinto che la vita non può ridursi allo scambio, alla produzione o al mercato, ma necessita di dimensioni più alte e diverse. Penso che l’apertura al Sacro e al Bello non siano solo problemi individuali.

Credo in una dimensione etica della vita che si riassume nel senso dell’onore, nel rispetto fondamentale verso se stessi, nel rifiuto del compromesso sistematico e nella certezza che esistono beni superiori alla vita e alla libertà per i quali a volte è giusto sacrificare vita e libertà." Marzio Tremaglia

Note
Quanti uomini cosiddetti di destra (categoria politica ormai obsoleta) sottoscriverebbero queste parole? Oramai assistiamo ad un carosello di acrobati, guitti, trasformisti che si agitano nel cabaret della politica italiana. Nessuno che abbia a cuore il destino di un popolo. Nessuno che aderisca ad un sistema valoriale e lo incarni. Nessuno che si opponga all'omologazione dei corpi e delle anime. Nessuno che scelga di far politica per il bene degli altri. Nessuno... tempi bui, tempi da lupi.

lunedì 16 marzo 2009

PROFEZIA CATARA MEDIOEVALE


Il mare si amplierà così da occupare tutta la terra, e il cielo discenderà così da toccare quasi il mare e lassù non ci saranno più né sole, né luna, né stelle. Poi verrà il fuoco e consumerà il mare; e il mare ritornerà e spegnerà il fuoco. Il mare col fuoco e il cielo così caduto saranno chiamati palude e vi troveranno dimora anime maligne e demoni. E allora i figli di Dio e tutti i Buoni saranno nel Regno del Padre, dove avranno il Bene senza il Male e non desidereranno altro se non ciò che avranno e si scorderanno di tutto ciò che videro e che possedettero in questo mondo.

LA CADUTA DELLE AQUILE


"Abbiamo prestato molto danaro agli Stati Uniti. Certamente siamo preoccupati per la sicurezza dei nostri investimenti"
"Per essere franco, io sono un po' preoccupato. E' per questo che io vorrei di nuovo invitare (..) gli Stati Uniti a rispettare la loro parola e i loro impegni a garantire la sicurezza degli investimenti cinesi"
Wen Jiabao, premier cinese

L'impero degli USA e i club anglofoni stanno crollando. Già, amici entronauti, un modello di pseudo civiltà come quello americanocentrico, con mire egemoniche mondiali, con una pseudo economia basata in parte sul denaro creato dal nulla, è game over. Senza esultanza, stendo un velo pietoso su una presunta superiorità americana, che ci ha convinti che il sogno era alla portata di tutti e che tutti erano facitori del proprio destino. Quello che sta accadendo nel mondo occidentale e che certi valletti nostrani tendono a minimizzare, è la fine di un modello selvaggio di capitalismo, sopravvissuto ad un altro modello altrettanto selvaggio e feroce come quello del socialismo reale di marca sovietica. L'impero del mercante e del denaro mostra inesorabilmente il suo volto raccapricciante, mostruoso.
I tentativi puerili e disperati di coloro i quali vorrebbero curare questo ingombrante malato terminale, al secolo l'Occidente, con i pannicelli caldi, sono destinati a fallire: se le banche sono la causa di tale fine, aiutarle è come mettere benzina sul fuoco. Il nostro rigidetto ministro Tremonti, insieme ad altri sapientini mezze maniche europei, saranno i riluttanti liquidatori definitivi di una Europa senza cuore e senza luce, anch'essa co-responsabile di tale tragedia. Forse c'è già chi fugge prima che la nave affondi, ma non v'è scampo ormai.
Dall'oriente, innumeri truppe cammellate si stanno dirigendo a passo di corsa verso il nostro mondo sfinito, scoppiato, e non troveranno resistenza perché già i cavalli di Troia sono collocati a dovere.
E l'Italia? Le piccole beghe locali di politicanti della domenica, di affaristi furbacchioni, di boiardi affamati, di intellettuali da salotto, sono pinzellacchere da paese fanfarone, spocchioso, presuntuoso. Di fronte a tali sconquassi planetari, l'italietta (amata dal sottoscritto malgrado tutto) continuerà imperterrita l'avanspettacolo da strapaese che offre da decenni, con i suoi franceschini livorosi, i suoi baroni dimezzati, i cavalieri senza destriero, la nazionale cantanti (comunque meritoria per la beneficenza), i grandi fratelli e mediashopping.
Chi ci salverà? Lo stellone italico s'è spento da tempo, e il Veltro non abita più qui.

venerdì 13 marzo 2009

LA VIA DEL GRAAL È SEMPRE APERTA


Molti ricercatori ed autori sostengono che il Graal fu affidato ad Adamo nel Paradiso terrestre ma che, al momento della sua caduta, Adamo lo perse. Sottende il seguente significato: l'uomo allontanato dal suo centro originario, a partire da quel momento, si trova rinchiuso nella sfera temporale e non può più raggiungere il punto unico dal quale tutte le cose sono contemplate nel loro aspetto eterno. Resta, però, il fatto che il possesso del "senso dell'eternità" rappresenta lo stadio finale dell'uomo. Seth ottenne di poter rientrare nel Paradiso terrestre per recuperare il Graal e per restaurare l'ordine primordiale. La perdita del Graal, rappresenta, dunque, la perdita della tradizione primordiale in cui l'uomo era a contatto con Dio stesso. La perdita e la caduta dei valori che, non sono perduti, ma nascosti. Il Graal conserva intatto il deposito della tradizione e non è intaccato dai cambiamenti e dalle bassezze del mondo esterno e degli uomini che vogliono dirottare tutta l'umanità verso la "caduta". Perciò continuiamo a cercare il Graal.

Il Graal è essenzialmente il vaso o coppa (grasale) ed un libro (gradale o graduale), cioè tradizione primordiale e stato o stadio primordiale. I due significati sono saldamente uniti, perché il libro è un'iscrizione tracciata dal Cristo sulla coppa stessa che è collegato al LIBRO DELLA VITA.

Ricordiamo, inoltre, altri riferimenti: Montsalvat, cioè il monte della salvezza, terra d'immortalità, Paradiso terrestre, inaccessibile alla massa dell'umanità, perché non è partecipe dei "valori", ma è oscurata e chiusa nella sfera temporale. Bisogna cercare nei due sensi: l'uno è nell'altro.

lunedì 2 marzo 2009

UNIVERSI MONDI




Esistono «energie» ignote che pervadono il creato; alcune di esse saranno da ricollegarsi a processi della chimica e della fisica anche oscuri all'intelligenza degli scienziati (ma perfettamente riconducibili a fenomeni meramente materiali), altre invece faranno capo ad elementi spirituali, sicuramente vivi, che pervadono l'universo in maniera misteriosa. Dio è ovunque, perché in realtà tutte le cose sono in Lui, ma anche le gerarchie angeliche e i demoni hanno, fino alla fine dei tempi, capacità di manifestare fisicamente la loro presenza. Il confine è sicuramente labile; l'uomo può vivere il Regno di Dio già nel cuore, anche se fisicamente non è ancora entrato in Cielo. Tuttavia e proprio perché la linea di demarcazione non è facilmente individuabile consiglio la virtù della prudenza. È cosa pertanto rischiosa alquanto abbassare le difese naturali della propria esistenza per procedere lungo il cammino iniziatico: in diversa misura si incontrano porte d'accesso verso mondi non completamente noti e comunque non governabili.

domenica 1 marzo 2009

PENSIERI IN LIBERA USCITA





Chi l’ha detto che ci vuole fede per credere? E se bastasse percepire? Sentire? Se non vedere?

Quando, per esempio, gioie inesprimibili, mi invadono, quando tutte le cellule del mio corpo danzano con i ritmi di una stagione, come posso trovare posto e tempo per una disquisizione sull’esistenza di una vita dopo la morte?


Nascita e morte sono gli unici momenti reali, tutto il resto è sogno.

Stai all'erta, qualcosa in te può cambiare. Così come è cambiato in me.

Quando mi accorsi che non ero capace di comandare il mio corpo, non ho
più abbandonato la ricerca spirituale. In questi anni ho incontrato molte
verità, apprendendo le diverse tecniche di meditazione spirituale. Mentre per lo studio di uno strumento tutti sono concordi nel ritenere che sia indispensabile il rigore, pochi riconoscono l'importanza del rigore nella ricerca interiore. I mistici sono,invece, la razza più intelligente che conosca. Oggi sono capace di concentrarmi nel silenzio, è una sensazione che diventa materia.
L'abbandono totale non sempre consente una completa sintonia con l'esterno. È necessario ascoltare gli altri, solo così possiamo comprendere noi stessi. La meditazione è importante. Il giudizio di un singolo ti può devastare, quello della collettività ha un valore effimero.


La mia è una meditazione personale. Negli anni ho letto e raccolto tutte le indicazioni possibili. Poi ho scelto la mia linea personale. Medito dai quaranta ai cinquanta minuti. Quando ho iniziato, negli anni ’70, impiegavo mezz’ora a rilassare tutto il corpo. Oggi in una frazione di secondo riesco a ricollegarmi con tutto il lavoro che ho già fatto. Se ci sono alcune parti che si devono sciogliere, se sei pieno di nodi, è difficile cogliere qualcosa. È l’eterna lotta tra il sì e il no. All’inizio il corpo, non essendo ammaestrato, ha le sue necessità, non vuole stare fermo in quella posizione, ti suggerisce scuse di tutti i tipi, impegni immaginari, impegni
che non si possono rimandare. Invece, è tutto rimandabile.


Scoprii per primi i mistici indiani: Yogananda, Aurobindo, Krishnamurti. Maestri ne ho avuti tanti. Tra i nostri occidentali Santa Teresa D’Avila, Giovanni della Croce e poi tutti i padri del deserto,Sant’Agostino, fino a Carlo Carretto e Divo Barsotti. Thomas Merton mi ha indicato il crocevia d'oriente e d'occidente. Panikkar pure. Per pigrizia mentale mi son gettato nel Gange per cercare Dio, una sorta di provincialismo spirituale mi ha fatto percorrere sentieri poco battuti, sciamani andini, sufi straccioni, eretici erotici. Poi, guardate un po' la combinazione, ho conosciuto il Maestro di tutti, Cristo, l'alfa e l'omega.

Ho iniziato da autodidatta. Ho imparato a ordinare il disordine, a non disperdermi. Un consiglio non richiesto per tutti gli amici entronauti. Il tempo è prezioso, non sprecarlo per cose che non siano in rapporto con la tua meta.

Il sacro è l’unica zona del nostro universo dove non contano le raccomandazioni. Il sacro non si può comprare. Se non lasci la zavorra, in queste zone non entri.


Più in alto vai più la materia si fa leggera, più hai la percezione di mondi delicati e sottili. Devi lasciare fuori le grossolanità e un certo genere di pensieri. Alcune sensazioni, un litigio, una guerra contaminano e i tuoi sentimenti sono tirati giù, verso il basso.

Getta la vita lontano da te e va a riprenderla....Sì, accade quando la disperazione dell'uomo diventa tale che si tramuta in senso dell'avventura, in una gioia da oratorio, e cerca un obiettivo sempre più lontano. È la saggezza dei tempi in cui il soggetto è solo, e la società è
'dissocietà'.


Il libro tibetano dei morti. Lo lessi all'inizio degli anni Settanta. La prima volta fu un'esperienza traumatica, perché stavo attraversando un periodo molto delicato. Non riuscii ad arrivare in fondo, non potevo neanche tenerlo sul comodino. La seconda volta lo lessi con maggiore padronanza. La terza mi ha fulminato. Diciamo che l'ho fatto mio. Questo libro è perfetto, ognuno lo assimila al proprio metabolismo, alla propria essenza culturale. Perché
le distanze sono notevoli, a volte si incontrano delle descrizioni simboliche che sono reali, o viceversa. Io ho fatto un percorso molto preciso di ricerca, e quindi ho ritrovato delle affinità che non avrei nemmeno sospettato. Cosa succede dopo la morte fisica? La nostra religione è reticente, non abbiamo una teologia dell'aldilà per soddisfare in parte la sete di alcuni di noi di conoscere. Cosa succede dopo la morte fisica? Tutto questo succede nei quarantanove giorni successivi alla morte fisica. Quelli della cosiddetta "esistenza intermedia". Il libro tibetano è
abbastanza crudo, non addolcisce nessun dettaglio. Ma al fondo c'è la convinzione del buddismo che tutto è "maya", cioè illusione, gioco divino. E questa consapevolezza aiuta a sopportare anche le cose più orrende. Il corpo come «vanitas», come involucro transitorio e corruttibile dell'anima, è anche un concetto cristiano...Per i buddisti, ciò che resta di noi non è l'anima ma il pensiero. Però è un peccato buttare via il corpo, perché è quello che dà la possibilità di raggiungere la salvazione. È un tempio, e come tale va rispettato. Il pensiero "poggia sul
respiro". Quando si muore cessa il respiro, il prana vitale. Il pensiero resta solo, e
comincia a errare. Fa qualche tentativo di rientrare nel corpo, e capisce che non è possibile. Allora comincia la sua vita intermedia, in cerca di nuovi supporti. Il libro descrive un itinerario, dove a seconda del tuo desiderio, di quello che hai lasciato in sospeso, dei piccoli o grandi peccati che hai fatto, vieni attirato da una luce piuttosto che da un'altra. Dipende dalla peculiarità della tua energia.