Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

giovedì 4 giugno 2009

Yoga e Fisica Quantistica




"Chi non s'aspetta l'inaspettato, non troverà mai la Verità" (Eraclito)


È da qualche tempo che sto comparando alcuni studi sulla 'psicologia dello yoga' con le ultime scoperte in campo di fisica quantistica e teorica. Basilare per la comprensione di alcuni fenomeni quantistici e yogici è il processo della meditazione.

Dice il fisico dello SpaceLife Institute di Pesaro, Davide Fiscaletti: "Quando dirigiamo la nostra attenzione verso un dato oggetto o luogo in un determinato momento, attiviamo la nostra consapevolezza. Sembra che in questo vasto campo non ci siano limiti precisi che indichino dove 'finiamo' noi e dove 'comincia' il resto dell'universo."

Attraverso la ''sincronicità'' cosmica descritta molto bene da Carl Gustav Jung e Wolfang Pauli (premio Nobel per la fisica), gli esseri viventi sono collegati tra loro e l'universo in maniera ''non locale''. 

Numerosi esperimenti in laboratorio hanno provato che tutto l'universo è collegato e la comunicazione non locale fa sì che l'informazione avvenga istantaneamente anziché alla (finita) velocità della luce come sosteneva Albert Einstein. Ciò non vuol dire assolutamente che le teorie di quest’ultimo fossero sbagliate, tutt'altro, ma erano solamente incomplete. Egli sondava l’infinitamente grande, il macrocosmo. La fisica quantistica, invece, investiga sull'infinitamente piccolo (microcosmo). Grazie al fisico teorico/quantistico David Bohm (1917-1992) che ha integrato alle teorie di Einstein anche le più rivoluzionarie teorie quantistiche di Heisenberg, Dirac, Bohr ecc., è nata  la sua teoria dell'universo olografico, la quale esprime il concetto di universo come lo Yoga sostiene da millenni: la realtà della materia segue di pari passo quella della coscienza. Secondo Bohm "...vivere significa diventare una persona con un suo ego e un suo microuniverso, significa fare in modo che all'interno di quel piccolo microuniverso che è la nostra vita quotidiana possa nascere una consapevolezza che, tramite il nostro essere qui ed ora, aiuti la materia ''divina'' (non manifesta) che alberga nell'oceano di frequenze vibrazionali infinite, a
diventare cosciente di se stessa".
Interessante notare come questo concetto sia alla base della filosofia Vaishnava (una delle ramificazioni del tantra originale di Sadashiva, circa 7000 anni fa): Sri Krsna, la Fonte Originale ed Omnipervadente del Tutto, non sa di essere Dio ma lo scoprirà tramite l'Amore dei Suoi devoti.
 
Ancora il fisico pesarese Davide Fiscaletti [scienza e conoscenza n° 24]: "Recenti ricerche mostrano (e perciò confermano) che l'idea di una realtà esterna, esistente in modo completamente indipendente da chi la osserva, deve essere superata da una visione che unisce non solo osservatore e osservato, ma l'intera umanità in una realtà che può essere modificata quando qualcuno dirige
su di essa la sua attenzione. In questo contesto, l'essere umano ha chiaramente un ruolo cruciale, in quanto non si pone più come un osservatore passivo della realtà ma partecipa attivamente alla sua evoluzione soprattutto grazie alle informazioni che produce mediante ciò che pensa". 

''Ciò che pensi, diventi'' dicono i  mistici,  i saggi della antica cultura indiana nelle raccolte di versi Upanisad vediche e la “nuova” fisica: l'osservatore (il co-partecipatore alla Realtà) incide, volente o nolente, su tutto quello verso cui dirige la sua attenzione.

P. R. Sarkar, Arthur Eddington, James H. Jeans, Vittorio Marchi, Roger Penrose, Stuart Hameroff, Fred Alan Wolf, Davide Fiscaletti, Ervin Laszlo, Alain Aspect, Bruce Lipton, Giuliana
Conforto, Joe Dispenza, Massimo Teodorani sono solamente alcuni tra i ricercatori più brillanti dei nostri giorni perché integrano alla loro mente razionale, matematica e scientifica una buona dose di intuito e mentalità aperta. 

Nel 1982 un'equipe di ricerca dell'Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha condotto quello che potrebbe rivelarsi il più importante esperimento del XX° secolo. Molti scienziati, tra i quali, Ervin Lazslo, Vittorio Marchi, Massimo Teodorani, Fabio Marchesi, nei loro libri affermano che Aspect ed il suo team hanno infatti scoperto che alcune particelle (di materia) subatomiche, come gli elettroni, in determinate condizioni sono capaci di comunicare istantaneamente l'una con l'altra, indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri. Questo fenomeno è denominato 'entanglement' ('intreccio') per il quale ogni parte del Tutto è connessa (istantaneamente) con il Tutto. Grazie alla sincronicita' dell'entanglement, ogni singola particella sa esattamente ed istantaneamente cosa stanno facendo tutte le altre, poiché non vi è una reale divisione/distanza ma solo la illusoria percezione di essa.

Prabhat Ranjan Sarkar, noto pure come Shrii Anandamurti  (1921-1990) lo afferma chiaramente nel capitolo 2, verso 10, pag 117 dell'Ananda Sutram: ''OTAH PROTAH YOGABHYAM SAMYUKTAH PURUSOTTAMAH''. Ossia ''Purus'ottama, il nucleo del Principio Cognitivo Supremo, è connesso istantaneamente con ogni entità vivente in maniera individuale (otah yoga) e in maniera collettiva (protah yoga)''. 

L'esempio delle goccioline d'acqua, di una famosa "storiella" indiana ci viene in aiuto: le goccioline del mare (le nostre coscienze unitarie) si percepiscono dapprima come goccioline d'acqua, separate, autonome ed egocentriche...poi consapevolizzandosi nel corso dell'esistenza si rendono conto che sono parte del mare (della coscienza cosmica infinita), anzi che sono loro stesse il mare sconfinato (della coscienza cosmica infinita).

Sia Marchi che Teodorani, constatano con una punta di amarezza: "Purtroppo, per le solite strategie di potere, ci sono ancora dei  fisici "accademici" che negano la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce perché A. Einstein formulò la sua teoria della relatività in base al  principio che niente può superare la velocità della luce..ma l'esperimento di Alain Aspect è una prova che il legame tra le particelle subatomiche è effettivamente di tipo non-locale, ossia istantaneo". È utile ricordare nuovamente che la teoria di Einstein non è sbagliata ma, come detto appunto in precedenza, solamente incompleta: le particelle subatomiche sono connesse non-localmente e non ad una velocità finita come quella della luce.

Shrii Anandamurti descrive questo concetto nella raccolta di aforismi Ananda Sutram: "l'Universo (realtà mutevole e pertanto relativa, Maya) è una forma-mentis della Mente Cosmica (Saguna Brahma). Esso è un ologramma generato dalla Coscienza Cosmica Infinita (il principio cognitivo supremo, Nirguna Brahma) grazie all'influenza del principio operativo supremo (Prakritii)".
"È immenso perché confrontato a misura d'uomo; è olografico perché le parti ed il tutto sono una sola immagine". (Didi Ananda Mitra)

David Bohm, il noto fisico teorico dell'Università di Londra, sosteneva che le scoperte di Aspect implicavano che la realtà oggettiva come la percepiamo noi con i sensi non esiste, o meglio è illusoria.  "Nonostante la sua apparente solidità, l'Universo è in realtà un ologramma gigantesco (gigantesco a misura nostra) e splendidamente dettagliato. Sono gli elettroni che, con i loro balzi quantici, conferiscono massa e volume al nucleo dell'atomo dandoci la "percezione" della solidità dei corpi di materia. Il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto, indipendentemente dalla distanza che le separa, risiede nel fatto che la loro separazione è in verità un'illusione. Ad un livello di realtà più profondo,  tali particelle non sono entità individuali, ma estensioni di uno stesso organismo fondamentale". (Massimo Teodorani "David Bohm e la fisica dell'infinito")

Anche il tempo e lo spazio tridimensionale dovrebbero essere interpretati come semplici proiezioni di un sistema più complesso: ''Il tempo e lo spazio non sono condizioni in cui viviamo bensì modi in cui pensiamo'' è scritto nelle antiche Upanisad vediche e soleva ripetere pure A. Einstein.

Al suo livello più profondo la realtà non è altro che una sorta di super-ologramma in cui il passato, il presente ed il futuro coesistono simultaneamente....Tutto ciò è poeticamente e scientificamente espresso in molte opere  di narrativa indiana, scienza e filosofia yogica. Ne citerò solo alcune:   'Idea and ideology', 'Subhasita Samgraha', 'Ananda Sutram' - P. R. Sarkar-Shrii Shrii Anandamurti; 'Bhagavad Gita' - Vyasa Deva; 'Yoga-Sutra' - Patanjali.

Dice il fisico teorico/quantistico Fred Alan Wolf ne Lo Yoga della Mente ed il viaggio nel tempo: "In un Universo olografico persino il tempo e lo spazio non sarebbero più dei principi fondamentali, poiché concetti come la località vengono infranti in un Universo dove nulla è veramente separato dal resto". Il Dott. Carl Pribram crede che i ricordi non siano immagazzinati nei singoli neuroni od in piccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degli impulsi nervosi che si intersecano attraverso
tutto il cervello...proprio come gli schemi dei raggi laser che si intersecano su tutta l'area del frammento di pellicola che contiene l'immagine olografica. Quindi il cervello stesso funzionerebbe come un ologramma e la teoria di Pribram spiegherebbe anche in che modo quest'organo
riesca a contenere una tale quantità di ricordi in uno spazio così limitato.

Per dare qualche numero...è stato calcolato che il cervello della nostra specie ha la capacità di immagazzinare, durante la durata media della vita, circa 10 miliardi di miliardi di informazioni e si è scoperto che anche gli ologrammi possiedono una sorprendente capacità di memorizzazione. ....
Ricorda il prof. Corrado Malanga: "Semplicemente cambiando l'angolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioni in un solo centimetro cubo di spazio, ma anche correlare idee e decodificare frequenze di ogni tipo. Allo stesso modo potrebbe darsi che alcune  tecniche di guarigione alternative, come la visualizzazione, risultino così efficaci perché nel dominio olografico del pensiero le immagini sono in fondo 'reali' quanto la 'realtà ".
Il neuroscienziato italo-americano Joe Dispenza ha misurato questo fenomeno con apparecchiature particolari tipo EEG+TAC a scansione elettronica:

1): Il soggetto [A] guarda una mela. Al soggetto [A] si illumina una parte del cervello.

2): Il soggetto [A] immagina una mela. Al soggetto [A] si illumina  la stessa parte del cervello come 1).

Nel film “what the 'bleep' do we know..?.”'
(ma che 'caspita' ne sappiamo..?..) gli chiedono a questo proposito: ''Qual'è perciò la realtà per il nostro cervello..??.. quella che vede o quella che immagina?'' E lui risponde: ''Tutte e due. In verità per il cervello non fa differenza se immaginiamo o guardiamo con gli occhi, semplicemente perchè in realtà non sono gli occhi che vedono ma è una parte del cervello. La stessa che immagina."

Anche la nostra stupefacente capacità di recuperare velocemente una qualsivoglia informazione dall'enorme 'magazzino' del nostro cervello risulta spiegabile più facilmente se si suppone che esso funzioni secondo principi olografici. 

Ricorda a questo proposito il geologo e ricercatore  G. Braden: "Le cosiddette guarigioni 'miracolose' potrebbero percio' essere dovute ad un mutamento dello stato di coscienza capace di provocare dei cambiamenti nell'ologramma corporeo".

Uno dei più importanti astrofisici del XX° secolo, Sir Arthur Eddington (1882-1944) e il matematico, astronomo e fisico  Sir James H. Jeans (1877-1946), sostenevano che  la materia dell'universo è materia mentale e nel 1930 affermavano: ''La materia è una struttura fatta di onde in movimento senza fine, essa non è semplicemente energia 'imbottigliata' [Einstein (E=mc2)], ma è coscienza 'imbottigliata'. Il mondo materiale costituisce l'intero mondo dell'apparenza, non l'intero mondo della realtà. L'immagine finale della sua struttura più intima è interamente formata da onde e i suoi ingredienti sono costruzioni del tutto mentali.'' Anche qui la fisica conferma i concetti millenari dello Yoga. P.R. Sarkar, grande filosofo, attivista sociale, fondatore del movimento socio-spirituale Ananda Marga Pracharaka Samghaha, inventore della Teoria economica dell'Utilizzo Progressivo (PRO.U.T) e mistico dell'India dei nostri tempi, chiama l'universo 'volizione macropsichica', ossia 'pensiero della Mente Cosmica'.

Concludendo, ci si rende conto che, grazie ai numerosi scritti dell'antica tradizione yogica e alle prove determinanti fornite dagli esperimenti nel campo della fisica quantistica, neuroscienze e biologia cellulare sull'entanglement (vedi i numerosi lavori di A. Aspect, W. Pauli e C.G. Jung, R. Penrose, S. Hameroff, B. Lipton, M. Teodorani, E. Lazslo, V. Marchi, Joe Dispenza, R. Shedrake),
gli insegnamenti degli scienziati moderni cominciano ad assomigliare sempre di più a quelli dei mistici e degli spiritualisti apparsi nel corso dei secoli, soprattutto quelli dell'antica tradizione dello Yoga.


Riferimenti bibliografici e multimediali:

-P.R. Sarkar - Shrii Shrii Anandamurti (Ananda
Sutram; Idea and Ideology; Subhasita Samgraha)

- Massimo Teodorani (David Bohm, la
fisica dell'infinito; dvd La mente di Dio)

- Vittorio Marchi (La Scienza dell'Uno; dvd Noi e l'infinito)

- Aurobindo (The Yoga of Bhagavad Gita)

- Giuliana Conforto (Universo
organico e l'utopia reale)  

- Ervin Lazslo (Risacralizzare il cosmo)

- Davide Fiscaletti (Meccanica quantistica e visione del mondo)

- Stuart Hameroff (http://www.quantumconsciousness.org/)

- Roger Penrose (http://www.quantumconsciousness.org/publications.html)

- scienza e conoscenza n° 24

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