Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

giovedì 9 luglio 2009

BIOLOGIA SOPRANNATURALE





Scrive Fulton J. Sheen nel suo libro, dal titolo quantomeno intrigante, Biologia soprannaturale, Torino, Borla, 1954:
 
"Per la prima volta, nella ricerca della vita perfetta, troviamo nell'uomo un essere che serba in se stesso il frutto dell'attività intrinseca. Il termine dell'attività intrinseca della pianta è il seme, il termine dell'attività intrinseca dell'animale è la sua specie, e questi continuano la loro esistenza staccati dalla fonte che li generò. Ma nell'uomo il termine della sua caratteristica attività immanente, che è pensare e volere, rimane entro di lui. Formulo un pensiero, ad esempio: 'giustizia'. Questo pensiero non ha né misura né peso né colore. Non ho mai visto la giustizia andarsene per un viottolo di campagna o sedersi a tavola. Donde è venuta dunque l'idea? Essa è stata generata dalla mente, tal quale l'animale genera la sua specie.
"Dunque, nella mente v'è generazione, come v'è generazione nella vita della pianta e dell'animale; ma qui l'atto generativo è spirituale. V'è fecondità nella mente così come v'è fecondità nei tipi inferiori di vita: ma qui la fecondità è spirituale. E poiché il suo atto generativo e la sua fecondità sono spirituali, il termine del suo concepimento rimane nella mente; non si stacca da essa come il seme dal trifoglio, Né resta separato come il cucciolo dal cane. L'embrione dell'animale fu una volta parte dei suoi genitori, ma nel regolare corso della natura esso venne generato, cioè separato dal genitore. Nella vita intellettuale, invece, ha luogo la concezione mentale e il pensiero vien generato dalla mente, ma rimane sempre entro di essa, mai se ne separa. L'intelletto conserva sempre la sua giovinezza, sicché i più grandi pensatori di tutti i tempi hanno chiamato l'intelligenza la più elevata specie di vita su questa terra. Questo è il significato che traspare dalle parole del Salmista: «Intellectum da mihi et vivam». La vita è conoscenza: il termine della sua conoscenza non è, come per l'animale, quel tal bene, bensì il Bene, il Vero, il Bello. Levandosi al di sopra delle cose buone, vere e belle, l'uomo raggiunge la comunione con l'Assoluto, che è il Bene, il Vero, il Bello.
Quel che è vero per l'intelletto è vero per la volontà. La forma che spinge l'uomo a cercare scopi e fini, che lo spinge all'amore e all'odio, al piacere o al dispiacere, non è qualcosa completamente fuori di lui e quindi materiale. La scelta viene dall'interno. La pietra non ha volontà, la sua attività è completamente determinata da una legge impostale dall'esterno. In servile obbedienza alla legge di gravità,  essa deve cadere, ad esempio quando è rilasciata dalla mia mano. E come le cose materiali sono direte ai loro fini da leggi naturali, così anche gli animali sono diretti ai loro fini dall'istinto. V'è un'infinita monotonia nell'effettuarsi dell'istinto animale: per questo l'animale non progredisce mai. L'uccello non perfeziona mai la costruzione del suo nido, non muta il suo stile nel curvare i ramoscelli, passando, per esempio, dal romanico alla commovente devozione del gotico. La sua attività è imposta, non è libera. Nell'uomo invece v'è una scelta, che è liberamente determinata dall'anima stessa. La ragione pone uno dei mille possibili bersagli e la volontà sceglie uno dei tanti diversi proiettili per quel bersaglio. La semplice parola 'grazie' si leverà sempre come una confutazione del determinismo, perché essa implica che qualcosa che fu compiuta poteva anche essere lasciata incompiuta.
"Non solo la scelta avviene dall'interno e non dall'esterno, come invece avviene per legge di gravità nelle cose o come, nel caso dell'animale, per un dato bene percettibile, ad esempio un cespo d'erba; ma la volontà può spesso cercare i suoi obietti nell'anima stessa ed ivi trovare rifugio. L'amore del dovere, la ricerca della verità, il perseguimento di ideali intellettuali, sono tutti scopi e finalità così intrinseci da provare ancora una volta come l'uomo abbia un'attività interna che di gran lunga supera quella delle creature inferiori, dandogli una supremazia spirituale sopra quelle…" (Fulton J. Sheen, op. cit., pp. 17-20).

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