Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

domenica 1 agosto 2010

LA FIGURA DEL FEMMINEO: donna, dea, strega, amazzone, figlia della Luna, santa e guaritrice.





Ci fu un Tempo, e ancora oggi, dovunque, nelle nostre Terre, in cui vicino alla gente comune vivevano Donne, dette Sagge, queste Donne erano a conoscenza dei Ritmi della Terra e di Madre Natura e dei Misteri Femminili e avevano la Consapevolezza di tutto ciò che riguardasse la Vita, l’Amore, la Morte e il destino dei mortali. Essendo capaci di interagire e percepire le Energie sottili, conoscevano gli incantesimi per aggirarle o per lasciarle fluire, potendo aiutare gli uomini e le donne con incantesimi e filtri d’amore e di guarigione ed erano così ricercate e temute, al tempo stesso.
Esse hanno comunque caratteristiche costanti: vivono isolate in luoghi remoti, padrone del loro destino al di fuori della comunità, indipendenti e intraprendenti, guerriere; hanno la peculiarità di guarire con le erbe di cui ne conoscono le proprietà, la mistura e ne estraggono i principi essenziali e sanno come e quando somministrarle, conoscendone appieno gli effetti. Questo era possibile perché vivevano nel rispetto e nell’amore reciproco in comunione con l’essenza della Natura, figlie e madri di quest’ultima,vicine agli Spiriti delle piante e della pietre.

Le “streghe” sono ovunque in ogni angolo d’Italia e del mondo, storie di donne buone o cattive, vere o inventate, Figlie della Luna, simbolo dell’essenza della donna nel suo contrasto con l’essenza dell’uomo; il principio femminile si rivela come una forza cieca, feconda e crudele, creativa e piena di tenerezza, e allo stesso tempo distruttrice.

Anche nelle nostra regione e soprattutto nelle campagne del Viterbese, piena di storia e di siti archelogici e ancestrali, si raccontano storie di Streghe, appellativo dispregiativo, per definire le Donne sapienti e selvatiche, che vivevano isolate dalla comunità, perché non volevano essere possedute dai ragionamenti dell’uomo, ma agivano, comunque, senza attendere la sua approvazione.

Il colle di Montecchio, propaggine dei Monti Cimini, sopra Bagnaia, alle porte di Viterbo, ha la sua tradizione popolare delle Figlie della Luna, bellissime streghe –amazzoni, che vivevano sul colle isolate dal resto della comunità, che ne era affascinata e al tempo stesso impaurita; in effetti dal sottostante paese spesso la sera si vedeva il fuoco delle Selvatiche ardere nelle notti di luna piena e i paesani, soprattutto le donne, intimavano ai loro figli di restare lontani dal colle, perché potevano essere rapiti dalle Selvatiche e scomparire per sempre.
Si ritrova traccia, salendo sul colle e arrivando alla radura, di antiche costruzioni in pietra di peperino: “un trono”delle streghe, ove ci si può sdraiare avendo un incavo che può accogliere, al suo centro, una figura umana; distesi, si possono percepire delle Energie sottili che si propagano lungo tutto il corpo.
Posto in mezzo alla radura, ci si sente parte integrante della Natura, avvolti in una dimensione irreale dal quale, in lontananza, si osserva il paese di Bagnaia. Posto sopra un muraglione sembra sovrastare la radura, come se servisse da palco cerimoniale alla regina delle streghe per officiare ai riti; ci sono poi altre strutture poste nelle vicinanze: una macina in pietra, un pestarolo, poco più in là due tombe e alla fine del sentiero un braciere, che sembra avere sempre la cenere calda al suo interno.

Durante l’escursione a Montecchio, nel settembre 2009, eravamo in cinque persone, a turno ci siamo sdraiati sul trono e sono state scattate molte foto del luogo e delle persone; al ritorno le foto sono state scaricate sul pc, e con nostra incredulità, si sono evidenziate delle figure a dir poco stupefacenti: durante la salita uno dei presenti si è abbassato mentre facevo uno scatto e si vede una sagoma di uccello luminescente dietro di lui; in un’altra foto sono evidenti sagome di donne sul tronco al lato del trono poste l’una sopra all’altra; in un’altra foto si vedono strane sagome di nebbia vagare davanti all’obbiettivo; l’ultima la più evidente, quando abbiamo acceso il braciere, dal fuoco si è formata l’immagine di una donna a cavallo dai lunghi capelli sciolti e di fronte a lei una specie di grande pipistrello, l’effetto più strano, all’apparire delle sagome di fuoco, sembrano scomparire le gambe della ragazza in piedi sul braciere.
Certo che la nostra escursione avrà un seguito, nel frattempo vi facciamo partecipi delle nostre scoperte.


Maria Teresa Sciarra

1 commento:

Alpha Canis Majoris ha detto...

Molto interessante, e meritevole di visita!!!
Mi fa venire in mente i racconti di amici che hanno avuto esperienze, in questo caso non propriamente piacevoli, nella zona del Biellese, vicino al santuario di Oropa ... come dal racconto da te riportato, comparivano immagini nelle foto scattate, l'unico problema è che nella zona l'energia è particolarmente negativa e stagnante; il luogo, anticamente sede di riti pagani in onore della natura e della fertilità, con tanto di massi erratici contro i quali le donne strofinavano il ventre per augurarsi la fertilità, è stato occupato da un santuario cristiano ... la chiesa vecchia è stata costruita proprio accanto ad uno di questi massi, includendolo nella struttura stessa della chiesa, ed incidendogli sopra centinaia di esorcismi ... è come se fosse stato messo un tappo sopra ad un punto energetico terrestre, le energie sono ostili...si racconta di oggetti che vengono lanciati da bosco, di urti contro macchine senza che ci siano ostacoli o oggetti contro cui urtare ... mi padre stesso dice che piu' di mezzora non riesce a starci, in senso di disagio e di negatività è soffocante