Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

martedì 16 febbraio 2010

LA CONSAPEVOLEZZA


Dott.ssa Maria Teresa Sciarra, Viterbo

È la luce della consapevolezza che rende le cose preziose, poiché attraverso di essa comprendiamo il significato della vita.
Il termine consapevolezza è stato raramente definito, dando per scontato il suo significato, in psicologia biologica con questo termine (in inglese awareness) si intende la percezione e la reazione cognitiva di un animale al verificarsi di un certo evento,ma la consapevolezza non implica necessariamente la comprensione, fornisce il materiale “grezzo” a partire dal quale gli animali possono sviluppare idee soggettive circa la loro esperienza, il passo successivo alle idee è arrivare a scoprire la parte inconscia, diventando totalmente conscia, questa è l’illuminazione: l’uomo è l’unico animale che può raggiungere questo stato, il picco più alto della consapevolezza.
Nessuno può fornirci un manuale per l’uso alla pratica della consapevolezza, è necessario allenarsi quotidianamente nel prestare attenzione ad ogni nostra azione in stato di veglia, essere consapevoli al momento presente, dimenticare il passato e non guardare al futuro con trepidazione continua.
Essere consapevole non significa essere cosciente perché possiamo “prestare attenzione” ad una azione che stiamo svolgendo, per mezzo di automatismi
innati o appresi, come guidare l’auto,senza esserne consapevoli, la funzione della coscienza è quella di descrivere ciò che vede in modo oggettivo, mentre la consapevolezza cerca di dare un senso al di là dell’informazione data o vissuta in modo soggettivo.
Quando non siamo più condizionati dai nostri giudizi, iniziamo ad intraprendere un percorso di consapevolizzazione, limitandoc a guardare alla vita e a vederla come un evento straordinario senza l’intrusione di meccanismi inconsci di giudizio, condanna, “giusto o sbagliato”; e per comprendere appieno il contenuto del problema bisogna mettersi in uno stato d’animo passivo, da questa passività,che non è indolenza, ma estrema vigilanza, vedremo il problema in una luce diversa, poiché non ci identifichiamo più con esso ma ne identifichiamo il contenuto, risolvendolo in profondità.
Se guardiamo con distacco al problema non ci accosteremo con i vecchi schemi di comportamento,ma osservando con occhio imparziale ci rivelerà il suo contenuto e arriverà la risposta.
La realtà non è conoscibile attraverso la mente dato che quest’ultima è il risultato del conosciuto, del passato, perciò solo attraverso la consapevolezza del funzionamento della mente e ad aggirare i suoi inganni si arriverà a conoscere la Verità.

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