Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

giovedì 21 maggio 2009

GIOIA DI VIVERE

La società informatizzata e consumistica di quest'era atomica e spaziale hanno permesso all'uomo di volare sino alla Luna e a Marte, di vivere in un mondo di silicio digitale, ma hanno ucciso in lui la gioia di vivere. Le cose semplice della vita, la brezza e le maree, le stelle e le stagioni, i bambini e i fiori, i formicai e gli alveari, la musica della Creazione e la Danza cosmica, tutto ciò e milioni di altri piccoli dettagli della vita hanno perso quasi completamente fascino ed incanto e non esercitano più la loro malia estasiante al cuore e alla mente dell'uomo moderno, ormai totalmente integrato in questo mondo di macchine e in questa società meccanizzata. Gioia, Beatitudine e Felicità sono stati mentali, consapevolezza di se stessi e non possesso e godimento di oggetti.
L'oceano della vita è uno e le rocce e i deserti vibrano di vita. In realtà sono tutti "parte di uno stupendo tutto, il cui corpo è la Natura e l'anima Dio". Non c'è felicità al di fuori dell'Infinito e non esiste Infinito per l'uomo se non sul piano di realizzazione. Realizzazione di Dio dunque, o sviluppo dei mezzi infiniti della consapevolezza umana, al fine di raggiungere quelle vette supreme dove si potrà cantare con gli usignoli, volare nell'azzurro con le aquile ed innalzarsi assai di più del più fantastico satellite che mai sia stato lanciato nello spazio.
La vita umana, considerata spiritualmente, non è che un breve pellegrinaggio della psiche verso il tabernacolo dell'Altissimo. L'umanità biologica rende l'uomo antropocentrico sotto ogni aspetto, mentre lo spirituale lo rende teocentrico.
L'antropocentrismo dei nostri razionalisti, degli scienziati e degli umanisti sebbene dia campo libero ad un ulteriore avanzamento nell'ambito delle scienze empiriche concernenti il mondo fenomenico, è ristretto proprio in funzione della loro stessa natura; il teocentrismo invece premia il pellegrinaggio umano offrendogli al termine l'infinito. Tenendo lo sguardo rivolto a Dio e dimorando nel grembo dell'Infinito, l'uomo può riconquistare il paradiso perduto. E questa riconquista significa precisamente la riscoperta che l'uomo è il fanciullo di Dio, l'erede di Dio, nato dalla sua Vita e dal Suo Amore. Il teocentrismo è altresì il mezzo che offre l'infinito dal posteriori, dal mondo empirico e fenomenico, trasformando infatti il corso degli eventi e il flusso dei fenomeni da uno strato privo di senso in uno colmo di significato quando la mente dell'uomo sia stata illuminata dalla luce di Dio. Mentre Platone vide il mondo nell'angolazione di Dio, Aristotele considerò Dio in quella del mondo. Platone conquistò quindi l'infinito sia sotto l'angolazione divina sia sotto quella umana ed ontologica, mentre Aristotele la raggiunse solamente sotto quest'ultima, ascendendo poi all'altezza dell'Essenza divina attraverso la meditazione metafisica sui fenomeni del mondo empirico e scientifico. Platone e i mistici sia d'Oriente sia d'Occidente discesero dalla sommità di Dio all'informe ed oscuro mondo dei fenomeni dai cui tentacoli e dalle cui illusioni cosmiche pervennero ad emanciparsi tramite il magico tocco dell'infinito e muovendosi in armonia con esso.
Non esiste alcuna possibilità di vita gioiosamente positiva senza una certa dose di poesia, di lirica, di rapsodia e di amore rivolti alle vette divine; qualsiasi vita diventa arida come un deserto, monotona, priva di interessi e gelidamente pesante se la luce di Dio non la illumina attraversando quell'intricato labirinto che è la misera esistenza dell'uomo sulla terra. Per questo ogni uomo riceve una piccola frazione di quella Gioia e di quell'Amore infinito che vengono da Dio al fine di dare uno scopo alla propria vita e di orientarsi verso una degna esistenza. Anche l'Amore che lega gli uomini fra di loro e all'altro sesso può diventare gioia positiva e rigenerante esperienza di auto- realizzazione quando si abbia la partecipazione di Dio. In altre parole, coloro che amano sprofondano per un certo periodo di tempo nell'oscurità dell'inconscio voluta dalle costruttive lusinghe naturali ai fini della procreazione e della continuità della vita tramite un occasionale richiamo d'amore, di emozione e di armonia; ma tornati allo stato di assennatezza realizzano che né Amore né Armonia potranno mai scaturire da creatura umana che altro non è se non un'impercettibile increspatura dell'oceano dell'esistenza. L'Amore proviene da Dio o dall'Essenza di Dio che, solo, può essere Esistenza, Amore, Benedizione. E sebbene noi costituiamo una cosa unica con l'Infinito, tuttavia attraverso il velo dell'illusione cosmica, Maya, ci separiamo da Dio e dal resto della creazione. Ed è proprio questo egocentrismo la fonte alla quale far risalire le miserie e le sofferenze, la nascita e la morte. Noi sopportiamo pene indicibili che, nei momenti di ignoranza o Avidya, scambiamo per gioia e beatitudine.
Si può dunque affermare che la Vita, quand'è compresa nel suo autentico significato, è infinita. Così come la vita di ogni singolo individuo è suddivisa in milioni di cellule che costituiscono il corpo umano, così milioni di esseri umani, sub-umani e sovrumani compongono la Vita cosmica, della quale voi ed io rappresentiamo - al massimo - soltanto cellule diverse e niente più. Ma se voi disgiungete voi stessi dall'amore palpitante dell'Infinito, toccherà a voi soli il biasimo per le miserie che ne conseguono. Andate, morite. Poiché "se un grano di frumento non cade sulla terra e non muore, rimarrà solo, ma se muore darà molti frutti". E Gesù disse ancora: "Se qualcuno vuole seguirmi, dovrà negare se stesso, caricarsi della propria croce e venire dietro di me.. Colui che mi segue non camminerà nel buio, ma riceverà la Luce della Vita". Quale Vita? La Vita che significa Infinito, la Vita che è Dio.

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