Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

sabato 2 gennaio 2010

MENTE ZEN - MENTE DA PRINCIPIANTE


Conversazioni sulla meditazione e la pratica Zen
Autore: Shunryu Suzuki-Roshi
Editore: Astrolabio Ubaldini Edizioni

ESTRATTI

• Qualsiasi cosa facciamo è straordinaria.
La nostra via non è per ottenere qualcosa; è esprimere la nostra vera natura
Non dovremmo compiere (l’atto) come se fosse di preparazione a qualcos’altro.
Qualsiasi cosa facciamo deve essere espressione della medesima profonda attività. Dobbiamo apprezzare ciò che stiamo facendo. Non esiste niente che sia di preparazione a qualcos’altro.
Se l’illuminazione viene, viene e basta.
• Anche se non fate niente, possedete la qualità dello zazen in ogni momento. Ma se cercate di trovarla, non possedete alcuna qualità. Non abbiamo alcuna finalità. Ma una via c’è. La via di praticare senza alcuna meta, ossia concentrarsi su ciò che si sta facendo nel momento presente.
Una sola è la via
Il panorama che vediamo dal finestrino del treno cambierà, ma i binari su cui corriamo sono sempre uguali. E i binari non hanno né inizio né fine. Non esiste un punto di partenza né una meta da raggiungere. La nostra via è correre semplicemente sui binari e basta.
Ma quando sorge in voi la curiosità per i binari sorge il pericolo. Limitatevi ad apprezzare la vista che si gode dal finestrino del treno
Non c’è alcun segreto. La natura di ognuno è sempre la stessa, come i binari.
• È impossibile fornire un’interpretazione verbale della nostra via
Non c’è alcun bisogno di ricordare ciò che dico, non c’è alcun bisogno di comprendere ciò che dico. Voi comprendete; avete una piena comprensione dentro voi stessi.
• Comunque sia dobbiamo fare qualcosa
La nostra via è mettere la pasta nel forno e controllarla con attenzione, osservarla, Non ci interessa molto cosa sia la farina, la pasta, o un saggio
Lo Zen è concentrazione sulla nostra solita routine di tutti i giorni. Se la vostra mente è calma e costante potete tenervi lontani dai rumori del mondo anche se ci siete in mezzo
• Il vostro sforzo dovrebbe volgersi dal conseguimento al non conseguimento. Ciò significa sbarazzarsi degli inutili risultati dello sforzo. Quando esercitate uno speciale sforzo per conseguire qualcosa vi è implicito qualcosa di eccedente. Dovete sbarazzarvi di ogni eccedenza.
Per purezza non intendiamo rendere pura una cosa impura. Quando si aggiunge qualcosa, quello è impuro. Quando qualcosa diventa dualistico non è puro.
• Esistevate già da sempre. Siamo sempre presenti, qui. Come potreste comparire in questo mondo, se non ci foste? Inoltre non è possibile che svanisca qualcosa che non esiste.
Il mondo è la magia di sé stesso. Se stiamo guardando una cosa, può svanire dalla nostra vista, ma se non cerchiamo di guardarla non può svanire.
Dunque cercate di non vedere qualcosa di particolare; cercate di non raggiungere niente di speciale. Avete già tutto. Non c’è niente da perdere.
• Quando facciamo qualcosa con mente semplice, chiara, non abbiamo nozioni o ombre. Ma quando facciamo qualcosa con una mente complicata, allora la nostra attività si fa molto complessa.
Se lasciate sulla vostra attività la traccia del vostro pensiero, vi attaccherete a tale traccia. Nella vostra ricostruzione potrete dire “Ho fatto questo e quest’altro in una certa maniera”, ma in effetti non è mai esattamente ciò che è successo. Se pensate in questo modo, limitate l’effettiva esperienza di ciò che avete fatto.
Dovete agire in modo totale, come un buon falò. Le ceneri non possono tornare a essere legna da ardere.
Per fare qualcosa di nuovo, dobbiamo naturalmente conoscere il nostro passato. Ma non dobbiamo trattenere in nostro possesso ciò che abbiamo fatto; dobbiamo solo rifletterci su
• Non dobbiamo cercare qualcosa di buono. La verità è sempre vicina, a portata di mano, a vostra disposizione.
Quando ci siete voi, c’è anche ogni altra cosa.
• Il vero significato del tempo: scorre costantemente dal passato al presente e dal presente al futuro. Questo è vero, ma altrettanto vero è che il tempo scorre dal futuro al presente e dal presente al passato.
• Anche nella pratica errata è presente la retta pratica. La retta pratica non può essere perfetta, ma dobbiamo andare avanti.
• La causa del conflitto consiste in qualche idea fissa o unilaterale.
• È impossibile studiare sé stessi senza un insegnamento. Ma l’insegnamento non si identifica con noi, è solo una certa spiegazione di noi.
• Quando voi siete una parte del problema, o il problema è una parte di voi, non c’è alcun problema,perché voi siete il problema stesso. Il problema si identifica con voi stessi. Quand’è così, non c’è alcun problema.
Quando la vostra vita è una parte di ciò che vi circonda – quando siete richiamati a voi stessi, nel momento presente – allora non c’è problema. Quando cominciate a girare intorno a un’illusione, che è qualcos’altro da voi, allora ciò che vi circonda non è più reale. Ma il fatto puro semplice di vivere è già di per sé vivere in problemi. E risolvere il problema è far parte di esso, essere tutt’uno con esso.
Scopo della pratica non è trasformare una piastrella in un gioiello, ma lucidare una piastrella.
Quando voi siete voi stessi, vedete le cose così come sono, e diventate tutt’uno con ciò che vi circonda. Lì si trova il vostro vero sé. Lì possedete la vera pratica.
• “Coltivate il vostro spirito” non significa cercare qualcosa fuori di voi.
Invece di accumulare conoscenza dovete chiarificare la vostra mente. Se avete chiara la mente, la vera conoscenza è già vostra.
Quando conoscete tutto siete come un cielo buio. Dimenticate tutto e non rimane altro che il cielo buio. Il cielo non si turba mai quando tutt’a un tratto scocca un fulmine. E, quando lampeggia, si può vedere un magnifico spettacolo. Siamo pronti ad accogliere il lampo. Tutto qui, ma è splendido.
Dovete accogliere la conoscenza come se sentiste qualcosa a voi già noto. Ciò non significa recepire informazioni come un’eco delle vostre opinioni personali. Se faceste così in realtà non le vedete, non le accettate, pienamente cos’ come esse sono.
Se volete valutare qualcosa pienamente, dovete dimenticare voi stessi. Dovete accettarlo come un bagliore lampeggiante nella completa oscurità del cielo.
Bisogna sempre vivere nel cielo buio e vuoto. Il cielo è sempre il cielo.
• Attraverso il linguaggio si comprende più di quanto le parole dicano effettivamente. Quando diciamo qualcosa vi è sempre implicita la nostra intenzione o situazione soggettiva. Perciò non è possibile una parola perfetta: una certa distorsione è sempre presente. Nondimeno attraverso l’espressione dobbiamo comprendere il fatto oggettivo stesso – il fatto ultimo, le cose così come sono in ogni momento. Potete chiamarlo ‘essere’ o ‘realtà’.
A rigor di termini non è possibile parlare della realtà. Nondimeno dovete comprenderla direttamente attraverso le parole del vostro maestro. Anche il suo comportamento è un modo d’esprimersi.
Dovete essere veri nei sentimenti, chiari nella mente, esprimendo voi stessi senza riserve. Ciò aiuta chi vi ascolta a comprendere con più facilità.
Quando ascoltate qualcuno, dovete abbandonare tutte le idee preconcette. Noi vediamo semplicemente le cose così come sono per lui, e le accettiamo. E’ così che si comunica. Di solito, quando ascoltate un discorso, lo sentite come una specie di eco di voi stessi. In effetti state ascoltando la vostra opinione personale. L’altro pericolo è quello di farsi prendere dal discorso. Prenderete ciò che dice alla lettera, senza comprendere lo spirito che sta dietro le parole.
Una mente piena di idee preconcette, intenzioni soggettive o abitudini, non è aperta alle cose così come sono.
Se tentiamo di impostare noi stessi intenzionalmente, è impossibile essere naturali. Dunque, esprimere sè stessi liberamente, così come si è,costituisce la cosa più importante per dare la felicità a sè e agli altri. La vera comunicazione dipende dalla reciproca spontaneità.
• Quando discorriamo è possibile che nasca qualche equivoco, perchè la vera via ha per lo meno due lati, il positivo e il negativo. Quando parliamo del lato negativo, manca il positivo, e quando parliamo del lato positivo, manca il negativo.
Quando comprendiamo questo punto, quando parliamo di qualcosa parliamo di qualcosa e basta, solo del lato positivo o negativo senza tentare di esprimere alcuna idea intellettualistica e univoc. E ascoltiamo senza tentare di immaginare alcun significato intellettuale univoco.
Quando dite qualcosa a qualcuno, può darsi che egli non l’accetti, Non mettetevi a disputare con lui; semplicemente ascoltate le sue obiezioni finche non sia lui stesso a trovare in esse qualcosa di errato.
Non cercate di vincere nell’argomentazione; ascoltatela e basta; ma è anche sbagliato comportarvi come se aveste perso.
• La grande mente è qualcosa da esprimere, non qualcosa da immaginare. E’ qualcosa che si ha, non qualcosa da cercare. E’ qualcosa di cui parlare, o da esprimere con la propria attività, a da assaporare con gioia.
Se accettiamo qualsiasi nostro problema come un’espressione della grande mente, non è più un problema.
• Vita e morte sono la stessa cosa. Quando ci si rende conto di ciò, non si ha più paura della morte, né effettiva difficoltà nella vita.
Quando avrete trovata una definizione migliore di cosa sia la morte, otterrete un’interpretazione totalmente nuova della vostra vita.
• Se si vuol vedere qualcosa, bisogna aprire gli occhi. La cosa più importante è l’attimo presente, questo momento qui, non qualche giorno nel futuro.
Si deve osservare la vita di ciascuno, compresa la propria, con gli stessi occhi con cui osservare le pietre, le piante e ogni altra cosa.
. La verità fondamentale è che tutto cambia.
Non c’è alcun sé permanente. Non c’è un sé separato dal resto.
È difficile per noi accettarlo. E, siccome non sappiamo accettare la verità della transitorietà, soffriamo. Dunque la causa della sofferenza è la nostra non accettazione di questa verità.
· Bisogna trovare l’esistenza perfetta attraverso l’esistenza imperfetta, la perfezione nell’imperfezione. Noi non cerchiamo qualcosa oltre noi stessi. Dobbiamo trovare la verità in questo mondo, attraverso le nostre difficoltà, attraverso la nostra sofferenza.
Male e bene sono due facce di una stessa medaglia. Quindi, scoprire il piacere nella sofferenza è l’unico modo di accettare la verità della transitorietà. Anche se cercate di sfuggire a questa verità, il vostro sforzo sarà vano.
Potete cambiare un pochettino il vostro modo di pensare. È difficile, ma tale difficoltà non rimarrà sempre la stessa. Talvolta non sarà poi tanto difficile. Se state soffrendo, trarrete un certo piacere dall’insegnamento che tutto cambia. Quando siete in difficoltà è facilissimo accettare l’insegnamento. Perché, quindi, non accettarlo in altre circostanze? È la stessa cosa.
· Ogni fenomeno è un lampeggiamento nel vasto mondo fenomenico. Ciascuna esistenza è un’altra espressione della stessa qualità dell’essere. Le stelle non sono altro che luce proveniente dai corpi celesti, la quale ha viaggiato per miglia e miglia ad altissima velocità nello spazio. Per me però le stelle non sono entità veloci,ma calme, fisse e quiete. Calma e attività sono due differenti interpretazioni di uno stesso fatto.
Dove c’è armonia c’è calma. Tale armonia è la qualità dell’essere. Ma a sua volta la qualità dell’essere non è altro che la sua veloce attività
· In questo momento preciso, questa determinata esistenza temporale non cambia, non si muove, ed è comunque indipendente dalle altre esistenze. Nel momento successivo un’altra esistenza sorge; ci trasformiamo in qualcos’altro. A rigor di termini non c’è connessione di sorta. Il carbone non diventa cenere. La cenere è cenere; non è carbone. Essa ha un proprio passato e un proprio futuro. Dove c’è carbone nero non c’è tizzone incandescente. Dunque il carbone nero è indipendente dal carbone incandescente; la cenere è indipendente dal legno da ardere; ogni esistenza è indipendente.
E non esiste alcuna qualità che metta in connessione io e tu. Questo però non vuol dire che noi siamo entità completamente differenti. In effetti siamo un unico essere, lo stesso essere. Siamo tutt’uno, eppure diversi. È estremamente paradossale, eppure effettivamente è così.
· Ancor prima di fare qualcosa, l’essere è già lì, il risultato è già lì.
· Siccome credete di possedere una mente e un corpo, avete sentimenti di solitudine, ma quando vi accorgete che ogni cosa non è altro che un lampeggiamento nel vasto universo, la vostra esistenza si fa molto significativa
· La naturalezza scaturisce dal nulla, come un seme o una pianta che spunta dal terreno. Il seme non ha alcuna idea di essere una particolare pianta, però possiede la sua forma particolare e si trova in perfetta armonia col terreno.
Per una pianta o una pietra essere naturale non è un problema. Per noi invece sì, un grosso problema. È qualcosa su cui lavorare.
Così come si beve acqua quando si ha sete, allora in voi c’è naturalezza. Non avete bisogno di sforzarvi di bere acqua quando avete sete. Ma anche nel caso che dobbiate sforzarvi, anche se trovate delle difficoltà, quello è naturalezza.
Dovete stare a vedere che tipo di esperienza avete. Ecco la naturalezza.
Qualsiasi cosa facciate, se scaturisce dal nulla è naturale, e questa è la vera attività. In essa provate la vera gioia. Ognuno scaturisce dal nulla attimo per attimo. Attimo per attimo, proviamo la vera gioia della vita.
· Il nulla è sempre presente, e da esso appare ogni cosa. Di solito però, dimentichi del nulla, vi comportate come se possedeste qualcosa. E tutto ciò non è naturale.
Per esempio, quando ascoltate naturalezza è non avere nulla in mente. Allora comprendete ciò che egli dice. Ma se già possedete un’idea vostra da paragonare a ciò che egli dice, non potrete udire tutto; comprenderete in modo unilaterale. Quando fate qualcosa, dovete essere completamente immersi in essa.
• Dovete liberarvi dall’idea di sostanzialità
La vera esistenza proviene dal vuoto e nuovamente fa ritorno al vuoto, Ciò che appare dal vuoto è la vera esistenza. Noi dobbiamo varcare la soglia del vuoto.
Finché abbiamo un’idea precisa o una speranza circa il futuro, non possiamo avere un atteggiamento veramente sincero e consapevole nei confronti del momento che esiste nel presente. Potreste dire “Posso farlo domani” credendo che ciò che esiste oggi esisterà anche domani. Ma non c’è alcuna via sicura.
• Attimo per attimo dobbiamo trovare la nostra via. Qualsiasi via perfetta fissata da qualcun altro, non è la vera via per noi.
Ciascuno di noi deve percorrere la propria vera via particolare, e quando lo facciamo, quella via esprimerà la via universale. Quando comprendete un’unica cosa particolare completamente, comprendete tutto. Quando tentate di comprendere tutto, non comprendete niente. La via migliore è comprendere voi stessi, e allora comprenderete tutto.
• Dovete fare le pulizie generali nella vostra mente: Dovete portare ogni cosa fuori della vostra stanza e pulirla da cima a fondo. All’occorrenza, poi, potrete anche riportare dentro tutto, ma, se non sono necessarie, non c’è alcun bisogno di tenerle. Ma, prima di mettere qualcosa nella vostra stanza, bisogna che ne tiriate fuori qualcos’altro.
• Se andate alla ricerca della libertà, non potete trovarla. Siccome siete incatenati a qualche idea di andare a est o a ovest, la vostra attività è dicotomizzata. Finché siete prigionieri della dualità, non potete ottenere la libertà. Il vostro sforzo non deve dirigersi verso nulla di preciso
• Una volta presa coscienza del vuoto delle cose, tutto diventa reale – non sostanziale.
La raggiunta consapevolezza della verità è sempre a portata di mano. Si tratta del fatto ultimo con cui ci troviamo sempre faccia a faccia attimo per attimo. Qualsiasi cosa facciate, o non facciate, l’illuminazione è sempre lì.
L’unico intero essere non è la semplice somma di tutte le cose. Non-mente include tutto.
La cosa importante per un corretto intendimento è possedere una sciolta capacità di osservazione libera da pregiudizi. Dobbiamo pensare e osservare le cose senza ristagnare. Dobbiamo accettare le cose così come sono, senza riserve. Quando il nostro pensiero è morbido ed elastico, si chiama pensiero imperturbabile. Questo è sempre stabile. Si chiama presenza mentale.
La saggezza non è una particolare facoltà, non è qualcosa da imparare. La saggezza è qualcosa che scaturirà dalla vostra presenza mentale.
Se avete mal di testa, esiste una ragione per cui avete mal di testa. Se ne conoscete la causa, vi sentirete meglio. Anche col mal di testa andrà tutto bene, perché sarete abbastanza in salute da potervi permettere di avere mal di testa.
• È necessario credere in niente, in qualcosa che esiste prima che appaiano tutte le forme e tutti i colori. Ma io non intendo il nulla assoluto. Qualcosa c’è, ma si tratta di qualcosa che è sempre pronto ad assumere una forma particolare, e possiede delle regole, una verità, nella propria attività. Si tratta di un’unica esistenza senza forma né colore, che è sempre pronta ad assumere forma e colore.
Se accettiamo noi stessi come incarnazioni temporali della verità, non avremo alcuna inquietudine. Penseremo: adesso piove, ma non sappiamo che cosa accadrà subito dopo. Dato che non si può sapere, ora gustiamoci il suono della pioggia.
• Anche se è mezzanotte, l’alba è qui; anche se viene l’alba è notte. La stessa cosa è denominata a volte notte, a volte giorno. Si tratta di un’unica cosa.
La pratica dello zazen e l’attività di tutti i giorni sono un’unica cosa. Calma e attività non sono differenti.
Ciascuna esistenza è dipendente da qualcos’altro. A rigor di termini non ci sono esistenze individuali separate. Ci sono solamente molteplici denominazioni per un’unica esistenza.
L’unità ha un suo valore, ma pure la varietà è stupenda. Sottolineare l’assoluta unicità dell’esistenza a discapito della varietà costituisce un intendimento unilaterale. Ma unità e varietà sono la stessa cosa, per cui bisogna avvertire l’unità in ciascuna esistenza.
Non esiste alcuna scissione tra giorno e notte, tra tu e io. Ciò significa unità. Ma noi non sottolineiamo neppure l’unità. Se è uno, non c’è alcun bisogno di mettere l’uno in evidenza.
Ne regno del pensiero sussiste una differenza tra varietà e unità, ma nell’esperienza effettiva varietà e unità sono la stessa cosa. Siccome vi create un’idea di unità e varietà, siete costretti a seguitare ininterrottamente a pensare, sebbene in effetti non ce ne sia alcun bisogno.
Bisogna saper trovare la realtà in qualsiasi momento, in qualsiasi fenomeno.
Se conosciamo le cose così come sono, non c’è nulla da mettere in rilevo
• Amore e odio sono un’unica cosa. Non bisogna attaccarsi all’amore soltanto. Bisogna accettare l’odio. Dobbiamo accettare le erbacce.
“Un fiore cade anche se lo amiamo; e l’erbaccia cresce, anche se non la amiamo”. Anche se è così, questa è la nostra vita.
• Imparare non è acquistare qualcosa che prima non si conosceva. Si sa ancor prima di imparare. Non esiste alcuna scissione tra l’io prima di conoscere qualcosa e l’io dopo che si è conosciuto.
Lo stolto è un saggio, il saggio è uno stolto. Ma comunemente si dice “Prima ero stolto, ma adesso sono saggio”. Come si può esser saggi, se si è stolti?
• Dal punto di vista emotivo abbiamo molti problemi, ma non si tratta di problemi effettivi; sono qualcosa di costruito; sono problemi messi in rilievo dalle nostre idee e vedute egocentriche.
Felicità è tristezza; tristezza è felicità, c’è felicità nella difficoltà; difficoltà nella felicità.
• Solo in mezzo all’evanescenza della vita si può trovare la gioia della vita eterna
• Non c’è bisogno di speculare in modo intellettualistico su che cosa sia la nostra pura natura originaria, poiché essa si trova al di là della nostra comprensione intellettuale. E non c’è bisogno di apprezzarla, poiché essa si trova al di là del nostro apprezzamento.
In questa pratica troviamo la felicità. Non abbiamo alcun bisogno di sapere che cos’è.
• La nostra vera natura è al di là dell’esperienza cosciente. È soltanto nell’esperienza cosciente che si trova la distinzione tra bene e male. Ma che si abbia o no esperienza della propria vera natura, ciò che esiste al di là della coscienza esiste effettivamente ed è là che bisogna gettare le fondamenta della propria pratica.
Albergare qualche cattiva intenzione può addirittura essere meglio che avere in mente idee su ciò che è bene o ciò che si dovrebbe fare. Talora può essere molto piacevole avere in mente idee maliziose. Ciò che conta è piuttosto se sapete darvi pace o no.
• Non cercate di fermare la mente, ma piuttosto lasciate tutto com’è. Allora le cose andranno e verranno.
• Nel tentativo di descrivere il vuoto mentale qualche volta si usa un numero astronomico, talmente grande da non potersi contare. Il che significa abbandonare il calcolo.
• Pratica è realizzare una mente pura in mezzo all’illusione. Allora l’illusione svanirà: Non può restare quando voi dite: “Questa è illusione!”. Quando dite così si tratta in effetti dell’illuminazione stessa. Se tentate di mandar via l’illusione, essa resisterà ancor di più e la vostra mente diventerà sempre più indaffarata nel fronteggiarla. Dite soltanto “Oh, questa non è altro che illusione” e non preoccupatevene più. Quando cominciate a lottare con essa, allora vi invischierete nell’illusione.
Se vedete veramente le cose così come sono, allora vedrete le cose così come dovrebbero essere.
Ma allorché conseguiamo la mente trascendentale, andiamo al di là delle cose quali sono e quali dovrebbero essere. Nel vuoto mentale originario esse sono un’unica cosa.
• Il mondo in cui ciascuna cosa esiste non va inteso come una entità a sé stante, relegata nella sua particolare sfera di coscienza. Ciò che vediamo o udiamo è solo una parte o una idea limitata di ciò che effettivamente siamo. Ma quando noi semplicemente siamo, siamo la nostra natura originaria. Ce l’abbiamo prima ancora di riconoscerla in termini di coscienza.
• La grande mente non è qualcosa di sperimentabile obiettivamente. È qualcosa che sta sempre con voi. Non potete vedere i vostri occhi, né i vostri occhi possono vedere sé stessi. Se si riflette su sé stessi quel sé non è più il proprio vero sé. Non potete proiettare voi stessi al di fuori di voi.
La mente che è sempre dalla parte vostra è la mente universale, sempre la stessa, non differente dalla mente di un altro. Tale mente è qualsiasi cosa voi vediate. Sebbene non conosciate la vostra mente, essa è là – nell’esatto momento in cui vedete qualcosa, essa è là. È sempre con le cose che osservate. Tale mente è nel contempo tutte le cose.
La vera mente è la mente che osserva.
Per vedere un pesce bisogna osservare l’acqua. La vera natura è guardare l’acqua. Quando il pesce nuota, acqua e pesce sono il pesce. Non c’è altro che pesce. Non potete trovare la natura attraverso la vivisezione.
Mente e corpo. Mente e materia sono tutt’uno.
L’esperienza dell’illuminazione è intendere, realizzare questa mente che è sempre con noi e che non possiamo vedere.
• Le regole devono realisticamente basarsi sulla possibilità di essere osservate.
Ma una volta fissate, bisogna rispettarle completamente finché non vengono cambiate. Si fa senza discutere:in tal modo la vostra mente è libera.
Che la verità ultima sia difficile o facile, voi potete solo praticarla.
La mente sa che ogni cosa è immersa in un fluire cangiane. Nulla esiste se non momentaneamente nella sua forma e nel suo colore presente.
Ogni cosa fluisce nell’altra senza che si possa afferrare.

1 commento:

kysey ha detto...

Mi piacerebbe tanto leggere questo libro. Hai la versione pdf? Grazie mille se lo condividerai e per aver già condiviso una sua parte !