Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

giovedì 3 dicembre 2009

ROBERTO ASSAGIOLI, L'ENTRONAUTA

In un linguaggio consapevolmente divulgativo, Assagioli esprime, all’interno di una ricerca che sviluppa in modo coerente nell’arco della sua vita, concetti che provengono da una profonda riflessione psicologica, filosofica e spirituale sull’uomo.
L’interesse per la psiche e le potenzialità dell’uomo lo coinvolge fin dagli anni giovanili.
Egli riconosce alla psicanalisi il merito di avere scoperto e fatto oggetto di studio l’inconscio psichico, aggiungendo ad una psicologia “superficiale” perché interessata solo ai fatti psicologici che si danno nella coscienza di veglia, la psicologia del “profondo”. Questa dimostra che molte nostre scelte ed azioni sono dettate da influssi di cui non siamo spesso consapevoli, e l’esistenza di potenti forze oscure (particolarmente studiate da Jung), che sorgono dall’inconscio collettivo ancestrale ed attuale. Altro grande merito della psicanalisi, afferma Assagioli, è in campo medico, quando studia le azioni e reazioni che avvengono tra corpo e psiche e dimostra che ogni malattia, non solo nervosa, contiene una componente psicologica. Ma il limite della psicanalisi, sia freudiana, adleriana che junghiana, Assagioli lo trova nel suo occuparsi prevalentemente degli aspetti inferiori della psiche, trascurando gli aspetti superiori dell’animo umano. Egli addebita le cause di tale disinteresse al materialismo radicato in molte Università e nell'identificazione, operata dalla psicologia classica, del metodo scientifico con il metodo delle scienze naturali. Se gli psicologi dimostrano interesse alla sessualità in quanto oggetto di studio scientifico, non studiano l’amore né l’intuizione perché vaghi ed inafferrabili, nel senso che risultano non quantificabili. Ma metodo scientifico, afferma Assagioli, significa conformarsi ai concetti stabiliti da colui che egli ritiene il suo fondatore, Francesco Bacone, eliminando i diversi “idola”, le illusioni, confusioni, elementi passionali ed emotivi. “[1].
La psicologia, inoltre, non riconosce l’importanza della funzione psichica fondamentale per la psicosintesi, la volontà, così come la psicanalisi, inquadrata anch’essa in una concezione rigidamente deterministica. Neppure Jung, dice Assagioli, ne parla. Nella terapia, Assagioli consiglia la psicoanalisi all’inizio di un processo di psicosintesi, quale necessaria presa di coscienza dei nostri problemi e difficoltà, in modo da scaricare le tensioni conflittuali inconsce ed evitare la loro proiezione nella tecnica attiva. Ma non ritiene opportuno soffermarsi a lungo in quello “scavo del profondo”. Egli intende rafforzare la parte sana che vi è in noi, in modo che questa tolga forze alla parte “malata”. La psicosintesi non cura la parte malata, ma intende sviluppare la parte
sana, e questo mediante tecniche attive. “La psicosintesi appunto si propone di integrare lo studio della parte cosciente della personalità e dell’inconscio inferiore in medio con l’indagine del supercosciente, delle energie superiori latenti in ognuno, e con l’uso dei metodi per la loro attivazione e la loro integrazione nella personalità umana.”[2].
Assagioli cerca di realizzare la sintesi dell’uomo nei suoi aspetti: biologico, psichico e spirituale, avvalendosi di qualsiasi elemento costruttivo di scuola o movimento culturale o psicologico possa contribuire a ciò, integrando la psicologia americana, europea ed orientale, coordinando la psicologia con la scienza, la filosofia, la religione, l’arte.
La psicosintesi si sviluppa parallelamente all’evoluzione della psicologia umanistica, detta anche “Terza forza” della psicologia, nella quale trovano espressione ed ascolto le istanze superiori, spirituali[3], la crisi esistenziale del dare un significato alla vita, crisi che spesso precede un risveglio spirituale. Aspetti umanistici Assagioli li rileva già negli studi di W.James, nelle concezioni di McDougall, Jung ed Adler. Tra i suoi maggiori rappresentanti egli cita V. Frankl, E. Fromm, Rollo May, Charlotte Buhler, ma soprattutto Abraham Maslow[4] al quale riconosce il merito di aver promosso la psicologia “dell’uomo sano”, lo studio delle “esperienze delle vette”, ponendo le basi della psicologia transpersonale, o “quarta forza della psicologia”.
Un ulteriore progresso Assagioli lo trova nella psicologia psicoenergetica, da lui definita “Quinta forza” della psicologia. Completamente differente dalle precedenti, essa conserva una base scientifica perché deriva dalla scoperta della fisica moderna in base alla quale la materia risulta essere uno speciale stato dell’energia. Essa studia i rapporti tra la materia, l’energia e la psiche, ed ha per oggetto di indagine tutte le forze esistenti nell’universo ed i rapporti tra le stesse. Assagioli
sostiene l’importanza del conoscere le fasi del processo di soluzione dei problemi scientifici poiché esse rispecchiano i processi di psicosintesi: “anche in essi si tratta di integrare elementi e gruppi di elementi sparsi, o disordinati, in conflitto fra loro, in “configurazioni” ordinate e armoniche sempre più ampie, fino alla propria psicosintesi dell’intera personalità. E’ quindi un vero e proprio processo di autocreazione.”[5].
A questo proposito egli cita il “modello” creativo di J. Vargiu[6], ingegnere psicologo. Tra gli sperimentatori ricorda Elmer ed Alice Green, i quali hanno sviluppato un sistema di autoregolamentazione psicosomatica chiamato “Autogenic Feedback Training”, e sottolinea l’importanza, per il loro impiego nella medicina, educazione e psicosintesi, delle numerose ricerche,
condotte soprattutto in America e Giappone, finalizzate a studiare e dimostrare l’azione della psiche sulla materia.
I campi di interesse ed applicazione della psicosintesi sono quindi vastissimi: se essa può rientrare nell’ambito della psicologia umanistica è anche vero, a mio parere, che non sia strettamente definibile nella stessa né in altra. Attinge, infatti, a qualsiasi disciplina, arte o scienza, senza pregiudizio alcuno, dalla quale possa derivare un contributo all’autorealizzazione dell’individuo
integrato ed all’Umanità intera. Essa opera in particolare: in campo terapeutico, dove auspica che ogni medico abbia cognizioni di psicoterapia e sappia creare un rapporto più umano con il paziente; nell’integrazione personale e realizzazione delle proprie potenzialità; nell’educazione, non solo rivolta ai giovani ma anche degli adulti, insegnanti ed educatori; nei rapporti interpersonali e
nel sociale, per la trasformazione e sviluppo della società. In quest’ultimo campo, Assagioli include la psicosintesi delle nazioni come necessità urgente, poiché egli è consapevole che la pace mondiale è fortemente minacciata dalla loro forte tendenza all’autoaffermazione ed aggressività. Queste forze vanno trasformate e sublimate nel riconoscimento che ogni nazione può contribuire, nel suo specifico, al patrimonio umano comune. Richiamandosi a Giuseppe Mazzini, Assagioli afferma
che ogni nazione ha una missione da compiere ispiratale dall’Anima Nazionale: “la missione, non è quella che coscientemente al livello ordinario, ’personale’, un popolo crede, o non crede, di avere ma è quella che la sua Anima, il suo Sé spirituale, conosce e cerca di fargli attuare. Si può chiamare il proposito o il volere del Sé spirituale, dell’anima dell’entità nazionale.”[7]. La tecnica psicosintetica consigliata è quella del “modello ideale”, cioè il proiettare ed interiorizzare l’immagine che la nazione può divenire quando realizza le sue migliori possibilità. Esponendo ulteriormente il suo pensiero, Assagioli si sofferma sull’importanza della psicosintesi dell’Umanità, nel superamento delle barriere create dal razzismo, dallo sfruttamento economico e dall’intolleranza religiosa e culturale. Tutte queste integrazioni sono la preparazione e, contemporaneamente la conseguenza, al realizzarsi del grande progetto di Assagioli: l’unificazione e sintesi spirituale dell’Umanità: “Il Sé transpersonale di ognuno è in intima unione con il Sé transpersonale di tutti gli individui, per inconsapevoli che essi ne possano essere. Tutti i Sé transpersonali possono essere considerati dei ‘punti’ all’interno del Sé universale.”[8].
Concludiamo con l’invito espresso da Assagioli, dal quale traspare sia la consapevolezza dei pericoli che ci minacciano sia la grande fiducia che egli ripone, malgrado la Storia, nelle possibilità di migliorare e migliorarsi dell’Uomo: “Il primo e il più urgente è quello di salvaguardare l’umanità dai pericoli che essa stessa si è creata con la sua cecità e follia. Il secondo è quello di promuovere la venuta di una civiltà nuova e migliore nella quale l’individuo possa, in libertà e per il bene di tutti, dare espressione e creare le più meravigliose potenzialità innate in ogni essere umano.” [9].

[1] R. ASSAGIOLI, Psicoanalisi e Psicosintesi, dispensa della I lezione 1963, disponibile presso l’Istituto di Psicosintesi di Firenze, p. 6.
[2] R. ASSAGIOLI, ibid.
[3] Assagioli chiarisce che queste istanze riguardano la realtà trascendente e possono essere o non essere di natura religiosa .
La psicosintesi non presenta, infatti, né una nuova religione né una nuova filosofia, ed egli ne dichiara la ‘neutralità’.
[4] R. ASSAGIOLI, umana, dispensa della lezione I –1971, disponibile presso l’Istituto di Psicosintesi, p. 4.
[5] R. ASSAGIOLI, Le nuove dimensioni della psicologia, cit., p. 12.
[6] Assagioli non espone la teoria di J. Vargiu, ma ne elenca solo le fasi: preparazione, frustrazione, incubazione, illuminazione ed elaborazione, aggiungendo che le stesse sono state confermate dalle descrizioni date da Einstein, dal matematico H. Poincarrè e dal chimico Kekulè. ivi, p. 11
[7] R. ASSAGIOLI,
[8] R. ASSAGIOLI,
[9] Cfr. A.a.V.v., a cura di M. Rosselli, I nuovi paradigmi della psicologia, cit., p. 323.

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