Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

mercoledì 11 febbraio 2009

ELOGIO DELL'UOMO COMUNE



L'uomo comune è antichissimo, poiché è l'umanità e quindi degno di rispetto: è l'uomo di ogni tempo, di usi, paesi, mentalità e mezzi sempre diversi, ma afflitto sempre dagli stessi interrogativi e problemi; è l'uomo che si innamora, che ama i suoi figli, che lotta contro le circostanze avverse, che deve pensare al cibo, al riparo, che parte in guerra cantando i propri canti, che ama la propria terra, che racconta le proprie favole e leggende; che si interroga sul perché delle stelle e sul senso della vita. L'uomo comune è un tipo difficile da identificare. È una creatura sfuggente, eppure importantissima.

Ogni uomo è l'uomo comune, da un certo punto di vista, in quanto è semplicemente un uomo: anche un re, o un poeta, o un anarchico. Un uomo è un uomo. Tuttavia non è così semplice: poiché l'uomo comune ci giudicherà tutti, egli è evidentemente un criterio di sanità. Non è ciò che si ottiene facendo una statistica, una media degli uomini realmente esistenti: è ciò che ogni uomo dovrebbe essere per essere umano. Il politico emergerà forse per la sua intelligenza, il poeta per la sua forza di intuizione: l'uomo comune non emerge, ma li giudica entrambi perché rappresenta la sanità, la completezza, l'equilibrio. Non conta che l'uomo comune sia diventato raro: gli "ismi" di fine secolo, propagandati dalla stampa, dalla scuola pubblica, dalla divulgazione scientifica, ma più spesso semi-scientifica, si sono impadroniti del popolo, disgregandolo. Afferrato dalle mode intellettuali, egli è perduto fra i seguaci di Baricco e di Eco Umberto, i darwinisti d'assalto, i nipotini degeneri di Cartesio, i cicapioti figli di un dio minore, i pacifisti senza pace, gli adoratori di Uòlter Veltroni (peggiore dei suoi seguaci), i cortigiani di Silvio Berlusconi (sempre migliore dei suoi epigoni), gli entusiasti dei centri commerciali: ognuno si afferra ad un’ idea, e la tira di qua e di là tentando di farne l'alfa e l'omega di tutto il reale, ognuno erige un particolare a spiegazione del tutto: e il cardine di tutto, ciò a cui tutto rimanda, Dio, il Cielo, il fondamento del cosmo è scomparso dall'orizzonte dell'uomo.

È solo Dio, l'orizzonte ultimo, che può dare senso all'azione dell'uomo.

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