Lo Yoga va sperimentato. È pratica interna. È un processo unitivo. Ti insegna che chi non rinuncia a se stesso non sarà mai se stesso. Se neghi te stesso, ti trasformi. Ti toglie l'angoscia della morte, la sofferenza che viene dal volersi conservare al di fuori del tempo. Noi siamo temporali, ma non solo temporali. L'eternità si vive adesso. È questa la mistica, la spiritualità vera che è felicità, beatitudo, ananda, gioia, e chi trova questa gioia è vicino al mistero divino...Questo dono ti arriva dall'alto, ti inonda, ananda appunto. È una esperienza temporanea, almeno per me così è stata, tuttavia ti cambia, è forse il preludio alla luce divina, alla contemplazione di Dio. Ho sperimentato lo Yoga, separato dalla dottrina induista, come tecnica interiore, non mi permetto per questo però di consigliarlo. Ci si imbatte in un cammino, vi si attinge e poi si prosegue. Si è liberi di non riconoscerlo. Si sceglie ciò che ci è conforme.
Tutta l'opera di trasmutazione come la vivo io, consiste nel trasformare il fuoco del desiderio nell'ardore verso il sacro, il fuoco erotico nel fuoco creativo intellettivo, il fuoco dell'io e dell'auto affermazione nel fuoco di una più universale coscienza.
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