Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

lunedì 10 novembre 2008

SONO UN VAGABONDO DELLO SPIRITO

Sono un ribelle, un viandante che viene dai secoli, mi fermo all'Osteria della Vita, mi riscaldo alla fiamma del focolare e ne faccio tremare le travi con la mia allegra risata. Il tempo e lo spazio sono accidentali: sono primordiale. Sono di tutte le età. Mi potete figurare in atto di tracannar lunghe sorsate di buon vino rosso, frizzantino, alla Locanda delle Meraviglie o di scambiar frizzi con Cagliostro alla Taverna del Cinghiale Bianco, o di unirmi in discussioni con quella testa matta di Giordano Bruno nella sagrestia di una chiesa sconsacrata, o di affrontare un nichilista e di dare e ricever botte. Don Chisciotte e Sancio furono miei fratelli, Cellini mio cugino e Caravaggio compagno di vita. Scendo dal crepuscolo della favola, attraverso i secoli, fermandomi ovunque trovo buona compagnia, ovunque accolto cordialmente, perché non porto con me i culti dell'età, né le pedanterie di questa o di quella scuola. Ho la freschezza e l'immediatezza della visione del fanciullo. Non ho mai lasciato l'età dell'oro; non sono mai uscito alla luce del giorno dove il tono è grigio e le cose hanno perduto le loro immagini. Vivo in un mondo romanzesco popolato da giganti e gaio per il leggero riso delle fate... ed è un mondo più vero e reale di quello cartesiano. La vita per me è come un libro di tavole colorate che vedo senza commento ed esegesi. La mia visione è immediata, e grido a voce alta. Di qui l'audacia che confonde i formalisti, i quali sono dominati dalla regola e dalla autorità. Di qui la pioggia di paradossi che rovescio sugli altri. Ma questi paradossi non sono un artificio per attrarre l'attenzione, ne vanità ne per far colpo: essi sono il mio commento alla tavola colorata. Ci sono degli uomini che fanno economia della loro vita come l'avaro che fa economia del suo oro, e passano l'oggi preoccupandosi del domani. Io, invece, spendo la vita come un prodigo. Vivo una vita inconsiderata e sgombra d'ogni impaccio. Il mio è semplice vagabondaggio, senza alcun pensiero della meta, perché la meta ce l'ho nel cuore. Amo la disputa per la disputa. Sono indifferente all'argomento. Potete toccar con me qualunque soggetto, vi ricamerò sopra tutti i misteri del tempo e dell'eternità. Sono quasi inconsapevole delle esigenze normali della vita. Non so mai a che ora parta il mio treno e ciò che farò domani è un profondo mistero, come il contenuto delle mie tasche. Abito fuori di queste cose, nel regno delle idee. Se dovessi andar di fretta verso un posto, ci andrei in carrozza, facendomi prestare i denari della corsa dal cocchiere. Sono libero dalla tirannia delle cose. Ancorché vivessi in una tinozza, sarei un miliardario perché avrei come eredità l'universo.

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