Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

domenica 22 marzo 2009

FINI FINE FINALMENTE


Alleanza nazionale finisce la sua esperienza, breve, contorta, imbarazzata del suo passato e incerta del suo futuro. Fine di un partito, fine di una improponibile perché superficiale destra politica. Fine di una destra tendente al centro, di una destra rinnegata dai padri e disorientata dai figli. Fine di una illusione per tanti militanti e buon per loro. Ora per tutti gli esponenti (Fini, Gasparri, Alemanno etc.) non rimane altro che un posticino al sole, leggasi Berlusconi. Un posticino, un monolocale, e se proprio non c'è spazio, uno zerbino all'ingresso della villa di Arcore. In tutta questa vicenda triste se non grottesca, emerge la figura del cavaliere come grande mediatore, furbo, ostinato, padre padrone, un gigante tra nani e guitti. Certo, viviamo tempi magri, disperati, dove i nani della finanza mondiale ci hanno portato nel baratro, dove non vi son più uomini che incarnano ideali ma uomini per tutte le stagioni... e allora persino un bravo imprenditore, un arguto pubblicitario come il Cavaliere può diventare un gigante della politica. Figuratevi gli altri allora. La fusione fredda tra An e il Pdl porterà semplicità direttiva e decisionale per il Premier, maggiore compattezza organizzativa. Tutto qui. E quando questi giovanottini un po' con gli anni come Fini, Gasparri, Matteoli, parlano di valori della destra che confluiranno comunque in Forza Italia, mentono nostalgicamente, ma mentono. Gli interessi personali di politici, le poltrone che pesano, il domani magari targato Europa, sono gli unici riferimenti validi. Del resto, cari Entronauti, finché l'egolatria rimane la bussola per navigare sul mare esistenziale di ogni uomo, non esiste evoluzione della coscienza, non esiste luce dell'anima. Il mestiere di politico è per definizione affermazione dell'io, abito della vanità, come qualsivoglia potere, temporale e spirituale. La storia ci ha donato qualche re illuminato, Carlo Magno, Federico II°, Carlo IV° e pochissimi altri. Uomini unti di luce che pur fra contraddizioni tipicamente umane, hanno comunque fatto brillare il mondo. Oggi, di unto abbiamo solo qualche parrucchino, qualche mano, qualche sacro lombo.

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