Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

sabato 1 novembre 2008


SOGNARE, FORSE.

Sto leggendo "Storia del Fantasticare" capolavoro di E. Zolla. Questa demonizzazione del fantasticare, assai opportuna in quest'epoca di farneticazioni, mi fa ulteriormente riflettere sulla questione. So bene che è la [cattiva] fantasia che ci separa dal Principio, ma in fondo quella non è che il riflesso di una fantasia più che "psicologica", il gioco divino (Lila) e la magia creatrice, (Maya).
Anche nel microcosmo uomo la fantasia ha un ruolo, è il polo yin, recettivo del pensiero. Non a caso la fantasia dei singoli risente dello psichismo collettivo. I fantasticatori di professione credono di creare mentre subiscono le indefinite variazioni di temi ripetuti e prevedibili. Noia dell'arte contemporanea "libera".  Essi sono come persi nel polo "materiale" e terreno del pensiero, un mare indefinito.
In condizioni normali la fantasia riflette il cielo.
Chiuso nella sua cella De Sade non può che enumerare la noia del crimine, con la pretesa stolta d'essere esauriente. Eppure fantasticare, lasciare cioè scorrere immagini e suoni, imprese e progetti è hiblis antica, forse adamitica.
I bambini fantasticano avventurandosi nei mondi di sogno, reame duale del sottile, labirinti senza pietra in cui il corretto orientamento è d'obbligo.
Fa riflettere la deriva che prenderà lo stesso Zolla, i cui scritti eruditi e curiosi assumeranno sempre più la forma della reverie, con associazioni discontinue, immagini oniriche, un certo caos sincretistico.
Non basta denunciare i demoni per averne ragione, bisogna convertirli, poiché il fantasticare è anche un luogo di rifugio per l'individuo isolato, un luogo misterioso, illimitato con porte infernali e celesti. Sradicati dalla tradizione, lì possiamo immaginare un ritorno che il mondo con i piedi "per terra" giudica ormai impossibile. Senilità.
Eppur tornare è d'obbligo. Questo è il senso della Vi(t)a. Ad un certo punto anche la fantasia andrà sublimata, ma questa è già alchimia.

2 commenti:

Unknown ha detto...

La mia coscienza è vittima di una continua illusione,allora i miei pensieri mi rimandano ad una concezione erronea della realtà.Il mondo però esiste realmente ma non ne ho una cognizione corretta.è un trucco della mia mente?è un gioco della coscienza?Lila è un concetto per descrivere il cosmo inclusa l'intera realtà come prodotto del gioco creativo divino.Per gli alchimisti la realtà è nascosta da un velo di illusione(Maya)ergo,quando si squarcerà il velo,rimarrà Lila,la manifestazione della verità.
LO STATO DI VEGLIA è PIù IRREALE DEL SOGNO.

Unknown ha detto...

SCUSA IL RAFFAZZONAMENTO CONCETTUALE