Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

mercoledì 3 dicembre 2008


CONTRO GLI USUROCRATI

Non abbiamo i soldi per migliorare il servizio sanitario nazionale, ma abbiamo i soldi per mantenere un sistema bancario troppo spesso colluso con la mafia, di cui Borsellino e Falcone scoprirono che senza il loro sostegno la mafia non avrebbe potuto sopravvivere. E non è solo questo. Sorvolando che in Italia il costo del servizio bancario costa di più che nel resto del mondo, esiste anche uno squilibrio insopportabile, tra depositi e prestiti. Quando depositiamo i soldi in banca, gli interessi non superano quasi mai il 3%, se diversamente li chiediamo in prestito, paghiamo un interesse di circa il 20%. Con i mutui è anche peggio! Quando il costo del denaro aumenta, immediatamente aumenta anche la rata del mutuo; se diminuisce, è grasso che cola se la rata del mutuo resta invariata. Per il petrolio vale lo stesso discorso. Il costo di un barile, attualmente è quotato circa 48 dollari, praticamente un terzo dei 148 dollari del 2007. Ma chissà per quale alchimia satanica, la benzina continua a costare lo stesso prezzo di quanto un barile di petrolio costava 148 dollari. È diminuita solo di pochi centesimi. Tanto per darci un contentino. Lo stesso discorso vale per le bollette dei servizi ….. gas, luce, telefono. E “noi”, continuiamo a fare i pecoroni …. Intanto il governo promette aiuti alle banche perché sono in crisi. Ma davvero le banche sono in crisi? Ma siamo seri, oggi chi sta in crisi è la cosiddetta classe media, mentre i poveri sono più poveri. Non sono certo un comunista, anzi, tuttavia mi indigna vedere in tv il nostro premier, ridanciano e battutista, incitare al consumo noi italiani che schiattiamo per arrivare a fine mese. Caro Berlusconi, l'Italia non è un'azienda ne una squadra di calcio, è un popolo, un destino, un'idea grande che nel corso degli ultimi secoli si è disgregata per far spazio a politicastri senza morale e senza onore, per mantenere degli intellettuali organici ai partiti, per diffondere culturame anticristiano e materialista quando non nichilista. E i poteri occulti che spadroneggiano incontrastati. Se mai potrà capir questo, caro Presidente, sarà sempre troppo tardi.
P.S.
Avrei una semplice proposta per tutti gli amici del mio blogghetto, non per distruggere l'usurocrazia mondiale, ci vuol ben altro, semplicemente per far venire una colica di fegato ai banchieri bricconi, se molti si affiancheranno a questa mia crociata: ritiriamo quei quattro spiccioli di risparmi che teniamo in banca. Li nascondiamo in un posto più sicuro e vediamo che succede. Un gesto simbolico, senza dubbio, ma hai visto mai.

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