LETTERA AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ
Mi rendo ben conto in che società vivo, come il futuro prossimo ci stia precipitando in un caos, in cui l’agire delle persone non è controllabile, in cui non si capisce dove si andrà a parare, che senso abbia quanto di tanto malvagio accade. Siamo diretti verso qualcosa che forse faremmo meglio a evitare.
La mia non vuole essere ne una disanima sociologica – sono un entronauta senza accademia ne studi regolari - , ne un appello catastrofista. Vedo, sento, i segni dei tempi, l’oscurità che ci inonda. Non sono un ottimista ne un buonista: sono un apocalittico attivo di fronte all’irrisolvibile problema del Male. Compio il mio dovere fino in fondo, senza compiacimento. Ho un totale disinteresse e dedizione per il mio lavoro: metto a disposizione della comunità le mie facoltà sovrasensibili pur essendomi ritirato a vita privata. Superfluo, credo, accennare alla gratuità del mio operare. Ci mancherebbe: il Dono di Dio deve essere donato.
Le manifestazioni del Dono si dispiegano nel fluire e nel dirigere tempo, spazio e percezione. Così si dischiude un portale, e si vede e si sente. Forse un tempo sarei stato giudicato un violatore di realtà, pertanto colpevole. Non mi permetto di far processi alla storia, essa va vista da vicino. Tuttavia, eretico o meno, sono un innamorato di Cristo e non so se questo mi salverà, ma tanto mi basta.
Il mondo è pieno di psicopatici, di maniaci, di traviati, di sadici, di serial killer le cui tendenze negative sono potenziate dal mondo privo di valori in cui viviamo: dove la droga serve a rendere schiavi di una setta o di un sistema estraniante, dove non c’è alcun rispetto né pietà per i bambini, dove non esistono più regole e si uccide per un nonnulla, o solo per provare un brivido di eccitazione o una sensazione di potenza, dove il binomio sesso&morte è ormai il più comune.
Mi oppongo, o almeno cerco di controllare il Caos incombente e dilagante nei cuori degli uomini di questi tempi disperati. Come opero? Rimuovendo sistematicamente difetti e sofferenze dovute a esperienze errate. I miei rubinetti mentali sono aperti, la mia mente naturale è accesa. Spente sono le menti di tanti, di troppi. La mente naturale è come un albero che si dirami e spanda frasche; come il pavone assorbe ogni erba velenosa, la mente liberando ogni creatura s’immedesima con ognuna.
La mente non è un vessillo da riempire ma un fuoco da accendere.
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