Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

mercoledì 10 dicembre 2008


PSICANALISI DELLA PSICANALISI

Di tutte le superstizioni moderne la più perniciosa è forse quella inventata da Sigmund Freud. Una superstizione – secondo il più classico dei canoni – che promette la salvezza conducendo spesso alla rovina. È davvero curioso come i seguaci della psicanalisi (attualmente pochi e remissivi) abbiano coltivato per decenni il miraggio di esplorare gli strati più profondi dell’essere umano, quando di fatto ne ignoravano l’esistenza. Non è certo nei bassifondi dello psichismo, bensì in senso opposto, vale a dire nella dimensione spirituale, che si trova l’autentica profondità. Ma la psicanalisi ha preso per buona la riduzione moderna dello spirituale allo psichico, conformemente al precetto materialistico. Un procedimento analogo e inverso a quello compiuto dai teorici dello spiritismo, i quali hanno elevato grottescamente i rimasugli della psiche al rango delle cose spirituali, fra tavolini che ballano e medium in trance. Sia questa indebita nobilitazione, sia l’altrettanto indebito abbassamento (di cui è responsabile la psicanalisi) sono stati resi possibili dall’ignoranza che incatena e stordisce chiunque aderisca, consapevolmente o meno, ai princìpi del materialismo.
Gli influssi sottili di natura malefica hanno così avuto campo libero nell’operare il contagio su entrambi i fronti, medianico e psicanalitico, ed in quest’ultimo non solo a danno dei pazienti, ma anche dei loro terapeuti. Col rischio, più volte trasformatosi in realtà, che una psiche già debole in partenza si perdesse miseramente nel labirinto delle forze caotiche con tanta imprudenza scatenate. Oppure, nell’ipotesi più favorevole, che ne conservasse per il resto della vita la tenebrosa impronta.

Quanto alla somiglianza che si riscontrerebbe fra scandaglio dell’inconscio e fase preliminare del processo iniziatico, essa risulta priva di un serio fondamento. Nei due casi, infatti, i rispettivi scopi sono radicalmente diversi, come pure le condizioni dei protagonisti. Se proprio si desidera trovarvi un’affinità, questa presunta «discesa agli Inferi» non seguita da alcuna riemersione è tutt’al più paragonabile alla caduta nel pantano di cui parlano, col loro linguaggio simbolico e allusivo, alcuni Misteri dell’antichità pagana. Mentre nella «discesa agli Inferi» l’adepto esauriva senza residui certe potenzialità inferiori del proprio essere per poi elevarsi agli stati superiori, con la caduta nel pantano tali potenzialità, realizzatesi nella loro concretezza minacciosa e distruttiva, penetravano in lui, dapprima dominandolo e poi sommergendolo del tutto.

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