Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

domenica 1 marzo 2009

PENSIERI IN LIBERA USCITA





Chi l’ha detto che ci vuole fede per credere? E se bastasse percepire? Sentire? Se non vedere?

Quando, per esempio, gioie inesprimibili, mi invadono, quando tutte le cellule del mio corpo danzano con i ritmi di una stagione, come posso trovare posto e tempo per una disquisizione sull’esistenza di una vita dopo la morte?


Nascita e morte sono gli unici momenti reali, tutto il resto è sogno.

Stai all'erta, qualcosa in te può cambiare. Così come è cambiato in me.

Quando mi accorsi che non ero capace di comandare il mio corpo, non ho
più abbandonato la ricerca spirituale. In questi anni ho incontrato molte
verità, apprendendo le diverse tecniche di meditazione spirituale. Mentre per lo studio di uno strumento tutti sono concordi nel ritenere che sia indispensabile il rigore, pochi riconoscono l'importanza del rigore nella ricerca interiore. I mistici sono,invece, la razza più intelligente che conosca. Oggi sono capace di concentrarmi nel silenzio, è una sensazione che diventa materia.
L'abbandono totale non sempre consente una completa sintonia con l'esterno. È necessario ascoltare gli altri, solo così possiamo comprendere noi stessi. La meditazione è importante. Il giudizio di un singolo ti può devastare, quello della collettività ha un valore effimero.


La mia è una meditazione personale. Negli anni ho letto e raccolto tutte le indicazioni possibili. Poi ho scelto la mia linea personale. Medito dai quaranta ai cinquanta minuti. Quando ho iniziato, negli anni ’70, impiegavo mezz’ora a rilassare tutto il corpo. Oggi in una frazione di secondo riesco a ricollegarmi con tutto il lavoro che ho già fatto. Se ci sono alcune parti che si devono sciogliere, se sei pieno di nodi, è difficile cogliere qualcosa. È l’eterna lotta tra il sì e il no. All’inizio il corpo, non essendo ammaestrato, ha le sue necessità, non vuole stare fermo in quella posizione, ti suggerisce scuse di tutti i tipi, impegni immaginari, impegni
che non si possono rimandare. Invece, è tutto rimandabile.


Scoprii per primi i mistici indiani: Yogananda, Aurobindo, Krishnamurti. Maestri ne ho avuti tanti. Tra i nostri occidentali Santa Teresa D’Avila, Giovanni della Croce e poi tutti i padri del deserto,Sant’Agostino, fino a Carlo Carretto e Divo Barsotti. Thomas Merton mi ha indicato il crocevia d'oriente e d'occidente. Panikkar pure. Per pigrizia mentale mi son gettato nel Gange per cercare Dio, una sorta di provincialismo spirituale mi ha fatto percorrere sentieri poco battuti, sciamani andini, sufi straccioni, eretici erotici. Poi, guardate un po' la combinazione, ho conosciuto il Maestro di tutti, Cristo, l'alfa e l'omega.

Ho iniziato da autodidatta. Ho imparato a ordinare il disordine, a non disperdermi. Un consiglio non richiesto per tutti gli amici entronauti. Il tempo è prezioso, non sprecarlo per cose che non siano in rapporto con la tua meta.

Il sacro è l’unica zona del nostro universo dove non contano le raccomandazioni. Il sacro non si può comprare. Se non lasci la zavorra, in queste zone non entri.


Più in alto vai più la materia si fa leggera, più hai la percezione di mondi delicati e sottili. Devi lasciare fuori le grossolanità e un certo genere di pensieri. Alcune sensazioni, un litigio, una guerra contaminano e i tuoi sentimenti sono tirati giù, verso il basso.

Getta la vita lontano da te e va a riprenderla....Sì, accade quando la disperazione dell'uomo diventa tale che si tramuta in senso dell'avventura, in una gioia da oratorio, e cerca un obiettivo sempre più lontano. È la saggezza dei tempi in cui il soggetto è solo, e la società è
'dissocietà'.


Il libro tibetano dei morti. Lo lessi all'inizio degli anni Settanta. La prima volta fu un'esperienza traumatica, perché stavo attraversando un periodo molto delicato. Non riuscii ad arrivare in fondo, non potevo neanche tenerlo sul comodino. La seconda volta lo lessi con maggiore padronanza. La terza mi ha fulminato. Diciamo che l'ho fatto mio. Questo libro è perfetto, ognuno lo assimila al proprio metabolismo, alla propria essenza culturale. Perché
le distanze sono notevoli, a volte si incontrano delle descrizioni simboliche che sono reali, o viceversa. Io ho fatto un percorso molto preciso di ricerca, e quindi ho ritrovato delle affinità che non avrei nemmeno sospettato. Cosa succede dopo la morte fisica? La nostra religione è reticente, non abbiamo una teologia dell'aldilà per soddisfare in parte la sete di alcuni di noi di conoscere. Cosa succede dopo la morte fisica? Tutto questo succede nei quarantanove giorni successivi alla morte fisica. Quelli della cosiddetta "esistenza intermedia". Il libro tibetano è
abbastanza crudo, non addolcisce nessun dettaglio. Ma al fondo c'è la convinzione del buddismo che tutto è "maya", cioè illusione, gioco divino. E questa consapevolezza aiuta a sopportare anche le cose più orrende. Il corpo come «vanitas», come involucro transitorio e corruttibile dell'anima, è anche un concetto cristiano...Per i buddisti, ciò che resta di noi non è l'anima ma il pensiero. Però è un peccato buttare via il corpo, perché è quello che dà la possibilità di raggiungere la salvazione. È un tempio, e come tale va rispettato. Il pensiero "poggia sul
respiro". Quando si muore cessa il respiro, il prana vitale. Il pensiero resta solo, e
comincia a errare. Fa qualche tentativo di rientrare nel corpo, e capisce che non è possibile. Allora comincia la sua vita intermedia, in cerca di nuovi supporti. Il libro descrive un itinerario, dove a seconda del tuo desiderio, di quello che hai lasciato in sospeso, dei piccoli o grandi peccati che hai fatto, vieni attirato da una luce piuttosto che da un'altra. Dipende dalla peculiarità della tua energia.

4 commenti:

Lafcadio Wluiti ha detto...

“L'importanza di essere Franco” una commedia di Wilde con il gioco di parole sul doppio significato di franco,onesto, e Franco nome proprio, questi PENSIERI IN LIBERA USCITA [domenica 1 marzo 2009 ]sono un copia/incolla: prendono pezzi di testi di Franco Battiato e Sgalambro, raccolti ne “il Cavaliere Dell'intelletto E Altri Scritti”, ma la fonte non è mai citata risultando così pensieri di Ciccarella...

Lafcadio Wluiti ha detto...

“Chi l’ha detto che ci vuole fede per credere? E se bastasse percepire? Sentire? Se non vedere?
Quando, per esempio, gioie inesprimibili, mi invadono, quando tutte le cellule del mio corpo danzano con i ritmi di una stagione, come posso trovare posto e tempo per una disquisizione sull’esistenza di una vita dopo la morte?”
Tratto da “Uno sguardo dal ponte sullo Stretto”
Nascita e morte sono gli unici momenti reali, tutto il resto è sogno.
Tratto da “Perduto Amor”
Stai all'erta, qualcosa in te può cambiare. Così come è cambiato in me.
Tratto da “il Cavaliere Dell'intelletto E Altri Scritti”
Quando mi accorsi che non ero capace di comandare il mio corpo, non ho
più abbandonato la ricerca spirituale. In questi anni ho incontrato molte
verità, apprendendo le diverse tecniche di meditazione spirituale. Mentre per lo studio di uno strumento tutti sono concordi nel ritenere che sia indispensabile il rigore, pochi riconoscono l'importanza del rigore nella ricerca interiore. I mistici sono,invece, la razza più intelligente che conosca. Oggi sono capace di concentrarmi nel silenzio, è una sensazione che diventa materia.
L'abbandono totale non sempre consente una completa sintonia con l'esterno. È necessario ascoltare gli altri, solo così possiamo comprendere noi stessi. La meditazione è importante. Il giudizio di un singolo ti può devastare, quello della collettività ha un valore effimero.
Tratto dall’intervista su “La Stampa” del 28 agosto 1990
La mia è una meditazione personale. Negli anni ho letto e raccolto tutte le indicazioni possibili. Poi ho scelto la mia linea personale. Medito dai quaranta ai cinquanta minuti. Quando ho iniziato, negli anni ’70, impiegavo mezz’ora a rilassare tutto il corpo. Oggi in una frazione di secondo riesco a ricollegarmi con tutto il lavoro che ho già fatto. Se ci sono alcune parti che si devono sciogliere, se sei pieno di nodi, è difficile cogliere qualcosa. È l’eterna lotta tra il sì e il no. All’inizio il corpo, non essendo ammaestrato, ha le sue necessità, non vuole stare fermo in quella posizione, ti suggerisce scuse di tutti i tipi, impegni immaginari, impegni
che non si possono rimandare. Invece, è tutto rimandabile.
Tratto dall’intervista su “Vanity Fair”
Scoprii per primi i mistici indiani: Yogananda, Aurobindo,
Tratto dall’intervista su “Vanity Fair”
Maestri ne ho avuti tanti. Tra i nostri occidentali Santa Teresa D’Avila, Giovanni della Croce e poi tutti i padri del deserto,Sant’Agostino
Tratto dall’intervista su “Vanity Fair”
Ho iniziato da autodidatta. Ho imparato a ordinare il disordine, a non disperdermi.
Tratto dall’intervista su “Vanity Fair”

Lafcadio Wluiti ha detto...

Il tempo è prezioso, non sprecarlo per cose che non siano in rapporto con la tua meta.
Tratto dall’intervista su “Vanity Fair”, è una frase di Gurdjieff citata da Battiato
Il sacro è l’unica zona del nostro universo dove non contano le raccomandazioni. Il sacro non si
può comprare. Se non lasci la zavorra, in queste zone non entri.
Tratto da “il Cavaliere Dell'intelletto E Altri Scritti”

e così via
a questo punto ho dato un’occhiata al resto del blog e che ti trovo?
Il nostro è recidivo: nell’articolo STATI UNITI D'AMERICA [giovedì 19 marzo 2009]
copia, sempre non citando la paternità del testo, Guido De Giorgio, Crollano le torri, “La Torre”, 1930, il bello e che copia sia testo che immagine da altro sito: http://santaruina.splinder.com/post/20087817


Complimenti caro Angelo
Parlando di te dici “Tutti i diritti di riproduzione sono liberi salvo diritto di terzi" peccato che poi non siano indicati…
"auspico la condivisione della conoscenza"
certo, altrimenti come li scriveresti i tuoi blog??
Ma quale mistico free lance, semmai un ottimo adepto del ctrl+c/ctrl+v

Lafcadio Wluiti ha detto...

citando la paternità del testo di Guido De Giorgio, Crollano le torri, “La Torre”, 1930, il bello e che copia testo e l’immagine da altro sito: http://santaruina.splinder.com/post/20087817 [ lunedì 16 marzo 2009]