Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

sabato 31 gennaio 2009

IL PIÙ GRANDE RISULTATO DELL’UOMO



Qui si manifesta nell’essere pienamente sviluppato, l’Uomo, un desiderio misterioso, imperscrutabile ed irresistibile: imitare la natura, creare, elaborare egli stesso le meraviglie che percepisce... Tanto tempo fa egli riconobbe che tutta la materia percettibile deriva da una sostanza primaria, tenue oltre ogni concezione, riempiente tutto lo spazio, l’Akasha o etere portatore di luce, che è attivato dalla vita data dal Prana o forza creativa che lo chiama all’esistenza, in cicli interminabili di tutte le cose e di tutti i fenomeni. La sostanza primaria, scagliata in infinitesimali vortici di prodigiosa velocità, diviene materia grezza poi, nel ciclo successivo, abbassandosi la forza, il moto cessa e la materia scompare, ritornando alla sostanza primaria.

sabato 24 gennaio 2009

L'EGITTO PRIMA DELLE SABBIE



Vi sono seri indizi che vanno ad attaccare le teorie di autori quali Graham Hancock, Robert Bauval, Robert Temple, Colin Wilson e Andrew Collins, autori che hanno contribuito nell'ultimo ventennio a gettare le basi per quella che si chiama "Nuova Egittologia", sviscerando quanto sino ad ora scritto in rivoluzionarie ipotesi come "Il mistero di Sirio", "Il mistero di Orione", o "Impronte degli Dei", teorie entrate nel bagaglio conoscitivo di milioni di persone come dati di fatto. Si sostiene, in breve, che 12mila anni or sono, civiltà aliene avanzatissime avrebbero interagito con i popoli della Terra, in particolare con gli Egizi, apportandovi tecnologie così sofisticate da apparire magiche. È tempo, ormai, sempre secondo i nuovi profeti, di creare quelle condizioni necessarie (quali?) per un Loro ritorno, Dèi o alieni poco importa. Anche insigni luminari dell’Egittologia Ortodossa, Mark Lehner e Zahi Hawass, hanno correlazioni e benefici da organizzazioni ritenute poco scientifiche e serie, come l'A.R.E. (Association for Research and Enlightenment) fondata nel 1931 dal controverso veggente “sonnacchione” Edgar Cayce. Ora, accanto a tutto questo movimento culturale e spiritualistico dai tratti elusivi, si delineano ulteriori figure dai connotati altrettanto sfuggenti: mi riferisco ai servizi segreti anglo-americani, la cui influenza sui nuovi egittologi va oltre una routine di controllo. Tutto questo a che fine? Tutto induce a credere che vi sia in atto un grande piano cospirazionistico che è anche un orchestrato esperimento sulle masse. Il nostro pianeta è al centro dell'attenzione di una congiura ordita da entità potenti e inavvicinabili: Dèi antichi dell’Egitto prima delle sabbie, antichissimi eppure trendy, che arriverebbe a minacciare non solo l'equilibrio ma anche la sopravvivenza stessa del nostro pianeta. Vi è pure una relazione tra il nostro fratellino del sistema solare, Marte e i suoi misteri come le strutture nella regione di Cydonia, con la civiltà egizia. La nuova marea nera – kemi - è qualcosa di più di una moda culturale passeggera. Una pubblicistica senza precedenti e l'indubbio fascino che quell'antica civiltà suscita ancor oggi nell'immaginario collettivo, nascondono potenze ai più ignote. Un cavallo di Troia è entrato dentro la cittadella occidentale, già colpita da frane e breccie. Gli antichi dèi stanno tornando e non è una buona notizia.

giovedì 22 gennaio 2009

SCRITTI CRISTIANI


Già padre Dante diceva che chi non crede al "Cristo ritornante" è un cristiano a metà, quindi, volendo essere almeno un cristiano tutto d'un pezzo, credo al Ritorno di Cristo. Ritengo che il ritorno di Cristo nella Gloria ed il conseguente Giudizio siano imminenti basandomi anzitutto sulle rivelazione dei mistici cristiani (ce ne sono in abbondanza), sulle date proposte dalle diverse tradizioni sapienziali per il passaggio da un ciclo cosmico ad un altro (ne ricordo alcune: 1999, 2001, 2007, 2012, 2017, 2030-33); sulla tradizione dei 72 (70+2) Discepoli occulti e loro successione trascendente. A proposito, che fine hanno fatto i 72 Discepoli nella struttura della Chiesa? Il Signore li avrebbe inviati a due a due e poi sarebbero spariti? E dove? I mistici rispondono: essi si rinnovano di anno in anno, procedono a due a due, di modo che l'uno possa riconoscere l'altro; 72 x 2000 quanto fa? 144.000. Quindi, a partire dall'anno 30 o 33 per raggiungere il numero di 144.000 si deve arrivare al 2030-2033. La questione è piuttosto intricata. Qualcosa che possa in qualche modo confermare le rivelazioni dei mistici si può trovare, credo, nei testi del Nuovo Testamento in greco, provveduto che siano ricompitati e riletti.

La Chiesa cattolica, oggi, come ieri e fino al Ritorno imminente di Cristo, ha la missione di risvegliare le anime (con la Parola o Verbum Domini) e di divinizzarle mediante l'Eucaristia (e gli altri sacramenti), e lo Spirito ad essa connesso.

L'iter iniziatico consiste nel risveglio dell'Anima, e nell'attivazione dello Spirito, affinché lo Spirito (divino Pneuma) si incorpori "fino alle unghie dei piedi" - diceva il mio maestro - ed il corpo (o materia) sia totalmente spiritualizzato. Per tale processo ci vogliono 7x7 = 49 anni. Questo è il compito delle religioni positive e di tutte le vie spirituali che ad esse si ispirano (e del Cristianesimo in particolare), se non vengono ridotte a moralismi bacchettoni e a diatribe dogmatiche inconcludenti. Una domanda rimane: l'uomo attuale, cioè di fine ciclo, è ancora in grado di spiritualizzarsi?

Il Beato Giovanni XXIII era un "ROSA+CROCE", non un "Rosacroce" o un "rosacruciano". Questo è un mistero che né i sedicenti Rosacroce, né i neo-muratori sanno cosa significhi; quando non si conosce il mistero di cui si parla è meglio starsene zitti. Ci sono i veri Rosa+croce ed i falsi Rosacroce, non facciamo di ogni erba un fascio. Il "signum" di quelli veri è l'Imitazione di Cristo, meditata ed assimilata ogni giorno fino al raggiungimento della Pace ontica.

lunedì 19 gennaio 2009

UNIVERSO CRISTOCENTRICO


Mi colpirono favorevolmente alcuni passaggi del libro "Le tenebre e la luce" del cardinale Martini. Vi si faceva riferimento al processo a Gesù come alla prova del "crollo di un'istituzione (il Sinedrio) che avrebbe avuto il compito primario di riconoscere il Messia, verificandone le prove" e che invece testimoniava la "decadenza di un'istituzione religiosa": "si leggono ancora i testi sacri, però non sono più compresi, non hanno più forza, accecano invece di illuminare". E si concludeva duramente circa la "necessità di giungere a superare le tradizioni religiose quando non sono più autentiche" indicando la seguente visione del dialogo: "il nostro cammino interreligioso deve consistere soprattutto nel convertirci radicalmente alle parole di Gesù e, a partire da esse, aiutare gli altri a compiere lo stesso percorso" parole espresse nel Discorso della montagna, "assolutamente autentiche e affidabili, perché contengono anche la giusta critica alle tradizioni religiose degradate".

Insomma, rispetto delle altre religioni ma convergenza se non proprio conversione a Cristo. Ora, mi permetto di aggiungere una mia riflessione. Il Cristianesimo è religione paradigmatica, ove Cristo è il Centro di una ruota i cui raggi vi convergono. Tuttavia i raggi devono pur rimanere ben puntellati se vogliamo che la ruota giri: frammenti di Luce che tornano verso la Sorgente.

Due terzi di quello che vediamo è dietro ai nostri occhi.

sabato 17 gennaio 2009

QUELLA CERTA SENSAZIONE


Se il libro più gettonato della biblioteca della mia scuola media era ( sto parlando dei primi anni settanta ) ' Non è Terrestre ' di Peter Kolosimo; ci sarà un perché. Se un film come Matrix abbia avuto un così grande successo per via di quella SENSAZIONE di Neo, che hanno molti esseri umani: 'che nel mondo ci sia qualcosa che non quadra'; ci sarà un perché.
Eppure, sebbene la scienza dia in continuazione le sue risposte (parziali quando non errate) a tutte le richieste dell'umanità; nel singolo essere umano questa SENSAZIONE rimane. D'altronde non è così facile dare una risposta a una SENSAZIONE. Per dare una risposta bisogna che prima ci sia una domanda, e questa domanda deve descrivere il più esattamente possibile questa SENSAZIONE. Se la domanda non è corretta anche la risposta, inevitabilmente, sarà sbagliata. Questo è un punto cruciale oserei dire il più terribile; che tutti i Maestri e anche Fulcanelli hanno sottolineato mettendo in guardia e addirittura scoraggiato quelli che si avvicinavano per mera curiosità."Siete disposti ad accettare il fatto che oggi siete una persona e domani sarete un'altra persona? "
Tutti i Maestri hanno fatto questo. Anche Gesù, l'Uomo-Dio, quando ha incontrato alcuni pescatori. L'essere umano non ama il cambiamento, lo percepisce come un sorta di morte, ed è strano perché la maggioranza delle persone, in questo mondo, è Cristiana e nell'insegnamento del Cristo questa cosa è chiarissima: ' Se non muori non puoi rinascere'- -'Il seme di grano, deve morire per dare nuovi frutti'.

mercoledì 14 gennaio 2009

LA SALAMANDRA




Quando mi riferisco alla Salamandra – cfr. http://www.dnamagazine.it/ - , alcuni sanno benissimo cosa intendo, altri invece no, per cui è bene ricordarlo. Evitando di riferirmi ad archetipi religiosi, per usare un linguaggio indifferenziato e laico, si tratta di un “Superspettro Magnetico” presente e agente nel nostro piano immanente e, probabilmente, operativo sia nell'inconscio collettivo sia all’interno del Campo di Plank.
Abituati come siamo ad archetipizzare anche Berlusconi, oggi si crede in certi ambienti guenoniani che siano gli Arconti ad avere in mano le redini, ma non è proprio così. Loro sono anch’essi usati da questa forza, come lo sono le entità che noi chiamiamo aliene, come ad esempio i cosiddetti “grigi”, veri e propri Tulpa - creazioni mentali secondo tecniche magiche tibetane - che hanno preso vita in corpi-golem. La verità è sempre stata lì, facilmente raggiungibile, e se non fossimo stati distratti dal velo d'Iside, l’avremmo facilmente veduta. Se questo sembra assurdo più di tutte le teorie cospirative che sono presenti sul panorama, è solo per via del fatto che si è ancora abitati a ragionare dualisticamente. Per poter vedere molto chiaramente la situazione, occorre non schierarsi. Mi spiego meglio. Se investigando un problema, mi mettessi dalla parte dello scettico a priori, compirei un grave errore perché per dare ascolto al mio senso scettico, non procederei nemmeno con l’inizio delle indagini, e perderei frammenti di informazioni e dati preziosi. Mentre, se credessi a tutto quello che vedo e sento, compirei un altro grave atto di disturbo al segnale/flusso generato dal mio intuito. La posizione migliore per poter indagare, è quella neutra. Un terzo punto di vista e osservazione separato e ben distinto dai primi due, a tutti i livelli. Una postazione centrale dalla quale non vengono coinvolti i quattro piani dell’esistenza: quello Materiale, quello Mentale, quello Emozionale e quello della Volontà (Fuoco, Acqua, Aria, Terra). Insomma attivi, ma non coinvolti. Fusi col mondo ma non confusi. Allora sì che si diventa realmente liberi, perché in questo modo non si è manipolabili da alcuno e in particolar modo dal Superspettro Magnetico che io chiamo La Salamandra. È questo ciò che intendeva Gesù quando diceva di guardarsi dal Signore delle Mosche, dai prìncipi dell’aria. Diceva “Se il tuo occhio sarà UNO, allora il tuo corpo sarà Luce.” Se il tuo punto di vista, e osservazione rimane fermo e distaccato dallo schieramento duale, e perciò non prendi posizioni arbitrarie, allora il tuo intuito comprenderà immediatamente come stanno davvero le cose, e in questo modo sarai luce, o portatore di Luce (verità). Perciò, vuoi la “verità”? Non schierarti. Osserva e basta.

Tutto è duale; tutto è polare: per ogni cosa c’è una coppia di opposti. Come simile e
dissimile sono uguali, gli opposti sono identici per natura e differiscono solo di grado.
Così gli estremi si toccano; tutte le verità non sono che mezze verità e ogni paradosso
può essere conciliato.
Ermete.

Per questo ho scelto il cammino esoterico, perché è un lavoro serio su me stesso, ma Cristocentrico. Le parole dell’Uomo-Dio, le ho potute testare sulla mia vita e sono davvero oro filosofale, per quanto sono potenti. Non sono affatto d’accordo su chi lo definisce un mito immaginario utile a chi vuole renderci sudditi di poteri terreni, come lo sostiene quel panzone di David Icke (sempre gli inglesi di Sua Maestà, sempre loro gli iconoclasti dell'era moderna, i nostri inveterati nemici sin da Enrico VIII). La parola di un uomo resiste una giornata. La parola di Cristo resiste, nonostante tutto, da 2000anni.

VAMPIRI DELLO SPAZIO INTERNO




Non è da ieri che dico che gli inganni lavorano a molteplici strati e dimensioni e probabilmente quando lo dico non mi si prende sul serio. Liberi di non crederlo, per carità, non impongo a nessuno ciò che penso, tuttavia questa mia è una constatazione di un altro fenomeno che alimenta lo stato illusorio della vita di tutti i giorni, e come questo inganno lavori infimo, silenzioso, e si annidi nei pensieri e nelle azioni umane guidandole senza che nessuno ne sia consapevole. Perciò oggi vorrei analizzare questo comportamento “automatico” di rigetto, che è insito in ognuno di noi. Anche in coloro, anzi soprattutto in coloro che si definiscono “liberi” e “svegli” dal “sonno” in cui in realtà ci troviamo. Eh sì, perché gli esseri umani sono incapaci di uscire da quel recinto creato in virtù di un processo di acculturazione secolare, e restarne definitivamente fuori. E anche se fosse possibile, una volta usciti sono di nuovo spinti ad entrarne in un altro, e in un altro ancora, in una sorta di loop meccanico.
In questi anni, nonostante il gran carosello mediatico, ho cercato di mantenere stabile un punto d’osservazione: il mio. Non schierato, ma semplicemente il mio. E non ho potuto fare a meno in questo modo di osservare l’andazzo del “grande circo” cospirativo, basato per la maggior parte sullo “stare di qua” o sullo “stare di là”, io sono un “amico” tu sei un “nemico” e via discorrendo. Un ambiente dal quale me ne sono orgogliosamente tirato fuori.
Sarà stato il mio periodo di transizione psicoanimica, che ringrazio di aver sperimentato perché mi ha insegnato molto; sarà stato il tentativo non riuscito di essere fagocitato da parte di un manipolo di personaggi strani, parecchio potenti, che volevano asservirmi al loro volere; sarà che tutto questo è più allucinatorio dell’allucinazione prodotta dalla stessa allucinazione che è la “realtà”, ma sono ben felice di essermene tirato fuori, e di aver cominciato a sondare terreni più nobili e fertili come la conoscenza di me stesso. È stato quando ho aperto gli occhi per davvero che ho compreso che il “balletto della cospirazione in atto” è un gioco al massacro che avrà solo gravi conseguenze in un futuro molto prossimo, e fino ad ora nessuno, e sottolineo nessuno, si era mai posto il problema, sottoscritto a parte, di proporre delle soluzioni all’evoluzione del nostro essere interno che è potente oltre ogni limite. Ne ho testimonianza personale di questo potere. L’ho visto attuarsi su di me, quando sentivo che il mio corpo stava per abbandonarmi trasformandosi.
Come mai quindi? Voglio dire, sono tutti così impegnati come dicono a ricercare la verità, che non si sono accorti che non esiste alcuna verità, poiché l’unica e la sola è riposta dormiente dentro di noi. Qualcuno disse: il regno di Dio è dentro di te. Non ci sono altre verità da scoprire, poiché quelle esterne, sono solo il disperato tentativo della matrice di difendere se stessa, a molti livelli e dimensioni.
Ma comprendo bene che impartire questo suggerimento, toglie fiato e soprattutto potere a coloro che invece vogliono continuare ad urlare un grido che nessuno ascolterà. Toglie ego e potere a coloro che hanno costruito il simulacro della loro immagine egoica, che ovviamente difendono, mordendo anche e di santa ragione, tanto è la minaccia che vedono in questo tipo di ragionamento. C’è un atteggiamento assolutamente meccanico in tutto questo. Parlano di unione, di collaborazione, ma nessuno davvero lo fa. La collaborazione dura l’istante in cui supporti il loro gioco.
Se avete delle erbacce nel vostro giardino, sarebbe bene strapparle via alla radice perché quelle continuerebbero a crescere, rovinandovi il raccolto. Quello che stiamo vivendo è un problema molto
simile. Direi che la nostra, più che un’operazione di informazione, dovrebbe essere un’operazione di
giardinaggio: niente di più che una sana POTATURA.

Agli uomini rimane celato ciò che fanno da svegli, allo stesso modo che non sono coscienti di ciò che fanno dormendo.
Eraclito.

lunedì 12 gennaio 2009

AL FILOSOFO DI VALLERANO (vt)


Senza vis polemica mi rivolgo al passato amico di formidabili discussioni e profonde condivisioni. Il cammino dello spirito pone gerarchie, non qualitative ma funzionali. Il pellegrino di mille contrade conosce la fatica del passo, il pericolo del buio e la gioia della visione. Il vecchio pellegrino non è mai stanco perché conosce mille taverne per rifocillarsi, e gli basta un minuto per capire chi gli sta di fronte. Perciò può insegnare al giovane aspirante il ritmo, la cadenza, i segnali necessari a viaggiar spediti e senza intoppi. Bisogna provare per conoscere e la conoscenza è viscerale, la senti dentro. Quello che so non l'ho imparato ne a scuola ne sui libri, ho sentito, veduto, masticato, sperimentato, sofferto. Ho incontrato sbroccati, mitomani, cialtroni, mistificatori, saggi e folli e da tutti ho ricevuto un frammento di verità, da tutti ho percepito la sofferenza nascosta. Ho una sola certezza: Dio.

domenica 11 gennaio 2009

Nicolás Gómez Dávila




Le opinioni filosofiche del giovane possono interessare solo alla sua mammina.

Ogni perfezione è perfetta, ma c’è una gerarchia di perfezioni.

La Bibbia non è la voce di Dio, ma dell’uomo che lo incontra.

L’istruzione sembra importante finché non incappiamo in stupidi istruiti.

Il poeta ricerca metafore nuove – il teologo tenta di calibrare meglio le proprie.

Non bisogna disperare dell’ateo finché non adora l’uomo.

Civiltà è tutto ciò che l’università non può insegnare.

Dalla terribile approvazione degli imbecilli il destino protegge soltanto i difensori di cause perse.

La borghesia, nonostante tutto, è stata l’unica classe sociale capace di giudicare se stessa. Tutti i critici della borghesia si nutrono di critiche borghesi.

Allo stupido le più alte attività spirituali sembrano sempre parassitarie. Il grado di civiltà di una società si misura dal numero di parassiti che tollera.

La civiltà non è una successione infinita di invenzioni, ma il compito di assicurarne la durata.

La stessa dottrina deve servire nella luce meridiana come negli istanti lividi. È verità solo ciò che vale indistintamente per l’anima afflitta e per quella esultante.

Un’anima senza disciplina si dissolve in una bruttezza di larva.

L’apologetica deve mescolare scetticismo e poesia. Scetticismo per strangolare gli idoli, poesia per sedurre le anime.

La pace religiosa non è la pace del problema risolto, ma dell’amore accettato.

La religione non spiega nulla, complica tutto.

L’individualismo degenera in beatificazione del capriccio.

Lo Stato moderno esige complici.

Il giornalista sceglie i propri temi – i propri temi scelgono lo scrittore.

Il credente sa come si dubita, il non credente non sa come si crede.

Chiunque si senta portavoce dell’opinione pubblica è stato schiavizzato.

L’etica entusiasma il non credente, mentre il credente semplicemente si rassegna alla morale.

La volgarità non consiste tanto nel non rispettare ciò che non merita rispetto, quanto nel rispettare ciò che non lo merita.

L’estetico è la manifestazione sensibile e profana della grazia.

L’uomo moderno è un prigioniero che si crede libero perché evita di toccare i muri della cella.

Ciò che commuove è sempre metafisico.

Chi è schiavo di tutto proclama la propria autonomia.

L’unica definizione di virtù che non rende attraente il vizio è quella di sant’Agostino: Virtus non est nisi diligere quod diligendum est.

Ciò che l’uomo si propone è sempre noioso, ma ciò che ottiene a volte sorprende.

La “Torre d’avorio” ha una pessima fama tra gli abitanti di tuguri intellettuali.

Nessuno disprezza tanto la stupidità di ieri come lo stupido di oggi.

La liturgia cattolica è stata riformata affinché il calore della folla possa covare l’uovo del Grand-Être comtiano.

Per meschina e povera che sia, ogni vita possiede istanti d’eternità.

Contro la convocazione di Dio l’uomo fa ricorso al proprio fango.

L’imbecille non rifiuta i luoghi comuni perché sciocchi, ma perché comuni.

Intelligente è solo colui che non teme di essere d’accordo con degli stupidi.

Lo storico può scrivere una storia di ciò che odia, ma non di ciò che disprezza.

Certi storici sembrano ritenere che Atene sia interessante perché importava grano ed esportava olio.

Le cose superiori ci mettono sempre a disagio: la bellezza o la bontà, il genio o Dio.

La nozione di ideologia è un’invenzione ideologica della volontà di umiliare ogni grandezza.

Intelligenza senza pregiudizi è solo quella consapevole dei propri.

Nessuno che conosca se stesso si può assolvere.

Oggi dirsi “cristiano” è spesso un modo per indicare che non si combatte il cristianesimo dall’esterno, ma dall’interno.

Si invoca il determinismo per esorcizzare la grazia.

Il prodotto dell’individualismo dottrinario dell’Ottocento è l’uomo-massa del Novecento.

Quando l’officiante dichiara che la liturgia non intende agire sugli dèi ma sui fedeli, il culto perde ogni significato religioso e si trasforma in terapia collettiva.

Gli imbecilli un tempo attaccavano la Chiesa, oggi la riformano.

I “filosofi della storia” hanno la pretesa di comprendere la storia senza studiarla.

A Dio come postulato dell’etica preferisco un Dio postulato dall’estetica.

Per non pensare al mondo descritto dalla scienza l’uomo si ubriaca di tecnica.

Predicare il cristianesimo non consiste nel parlarne, ma nel parlare partendo da esso.

Sul Concilio Vaticano Secondo non sono discese lingue di fuoco, come sulla prima assemblea degli apostoli, ma un torrente di fuoco: Feuerbach.

Quando tutti vogliono essere qualcosa, l’unica scelta dignitosa è non essere nulla.

Per il cattolico progressista il cattolicesimo è il grande peccato del cattolico.

Nessuno si ribella contro l’autorità, ma contro chi la usurpa.

Soltanto lo stupido ha l’obbligo di avere ragione.

Soltanto il solitario si salva dal provincialismo.

La morte di Dio è un’opinione interessante, che però non riguarda Dio.

L’uomo di scienza si sente autorizzato a filosofare perché condivide alcuni termini con il filosofo.

Il vero cattolico dissimula la propria fede. Non perché se ne vergogni, ma perché non sia la fede a vergognarsi di lui.

La volgarità tipica di questo secolo è la pretesa di essere diversi dai nostri simili, essendo identici.

Il diavolo è troppo intelligente per essere razionalista, ma suggerisce oracoli razionalisti ai suoi devoti, perché lo venerino senza scrupoli.

Quale che ne sia la provenienza plebea, chi riesce a farsi adottare dal cattolicesimo medievale sembrerà di stirpe patrizia.

Il corpo è il racconto dell’anima.

mercoledì 7 gennaio 2009

X-FILES: LA VERITÀ È DENTRO DI NOI



Ognuno crea la sua realtà, minuto per minuto senza
nemmeno rendersene conto, e l’illusione generale si auto-alimenta a più strati e
dimensioni.
Essere conscio al 1000×1000 dell’esistenza di altre forme di vita oltre alla nostra, e di tutti gli strati
energetici di cui è composto l’uomo e l’Universo che lo circonda, non deve necessariamente
trasportare la mia mente ad accettare come oro colato tutto quello che vede, ed è molto
facile incappare in trappole illusorie; ma allo stesso tempo devo analizzare la possibilità in tutte le
direzioni e angolazioni possibili, escludendo tutte quelle che appaiono incongruenti non sulla base di
un’analisi cartesiana, che tende ad escludere qualsiasi cosa non sia spiegabile nell’immediato ai
propri cinque sensi, bensì con un’analisi INTUITIVA ma CONCRETA del soggetto sottoposto alla mia
osservazione. Qualsiasi cosa quell’oggetto possa essere in qualsivoglia foto di disco volante da 50anni a questa parte, senza un’analisi della sua struttura
atomica, è solo una fantasiosa speculazione e continuerà a rimanerlo ad aeternum, e non mi
comunica di certo la cattiva fede di organi governativi di nascondere “la verità” agli
occhi del mondo – sebbene lo facciano di continuo.
Vi dirò di più. Per me vale più la testimonianza dell'osservatore anche se priva di prove concrete, purché la sua buona fede sia dimostrata, che cento filmati digitali di stormi di ufo's sui cieli di Roma o di Parigi.
Questo mondo signori è fatto e composto da illusioni, e qualsiasi verità precostituita si possa rivelare
un giorno, si tratterà semplicemente della rivelazione di un’altra illusione ottica.
Il vero scopo qui è cercare di smontare lo stato allucinatorio in cui viviamo, cosa di non facile
comprensione a un primo sguardo, visto che tutto ciò che osserviamo a noi appare REALE, e sono
7miliardi di persone che mantengono vivo e operativo questo mondo di illusioni multi-
stratificato. Ciò che è ritenuto concreto è soggettivo, poiché
quello che lo è per me può non esserlo per un altro. Un sistema multi-relativistico come il nostro
richiede nient’altro che la realizzazione di ciò che Arthur Schopenhauer definiva “Il mondo
come volontà e rappresentazione”.

«Il mondo è una mia rappresentazione»: ecco una verità valida per ogni essere vivente e pensante,
benché l’uomo soltanto possa averne coscienza astratta e riflessa. E quando l’uomo abbia di fatto tale
coscienza, lo spirito filosofico è entrato in lui. Allora, egli sa con certezza di non conoscere né il sole
né la terra, ma soltanto un occhio che vede un sole, e una mano che sente il contatto d’una terra;
egli sa che il mondo circostante non esiste se non come rappresentazione, cioè sempre e soltanto in
relazione con un altro essere, con il percipiente, con lui medesimo.»

L’attenzione perciò, dal FUORI, dall’ESTERNO, ricco com’è di attrattive fedifraghe per la mente, va
spostata DENTRO se stessi, poiché soltanto LÌ c’è quello che possiamo definire come “LA VERITÀ”.

Perciò, caro Chris Carter, pur ottimo produttore di X-files, la verità non è fuori. Soltanto dentro di noi la troveremo, perché ci fu immessa fin dalla fondazione del mondo.

Riferimenti
Arthur Schopenhauer: http://it.wikipedia.org/wiki/Arthur_Schopenhauer

Chris Carter: http://it.wikipedia.org/wiki/Chris_Carter

martedì 6 gennaio 2009

Mircea Eliade esoterico


Corriere Metapolitico
a cura di Aldo La Fata e Dalmazio Frau


E’ proprio vero che i migliori libri su argomenti “apparentemente” specialistici sono scritti da non specialisti. Il professor Marcello De Martino glottologo, linguista, docente di lingua e letteratura latine presso l’ Università di Harvard, ha pubblicato sul grande storico rumeno delle religioni, un libro che da solo vale tanti altri ponderosi studi, scritti da insonni e togatissimi colleghi di Mircea Eliade. E questo per due ragioni: una euristica e una metodologica.
In primo luogo perché il professore romano studia un aspetto spesso sottovalutato dalla critica, ma anche abilmente nascosto, dallo stesso Eliade sotto il fitto bosco della sua produzione scientifica. Quale? Quello del lato esoterico del suo pensiero. O se si preferisce, come nota De Martino, sciamanico.
In secondo luogo, perché ne seziona gli scritti puntando su un’accuratissima eziologia dei romanzi e diari di Eliade, trascurata dagli specialisti. Usando con mano virtuosa lo strumento filologico e quello dell’analisi comparativa dei testi.
Probabilmente il merito principale del Mircea Eliade esoterico è di muoversi al confine tra storia delle idee e, semplificando, filologia. In certo senso, De Martino proprio per il suo “non specialismo”, vede cose che gli storici delle religioni mai hanno visto né vedranno… In certo senso, se ci si passa la battuta, anche il coltissimo professore romano è uno sciamano, che danza sinuosamente tra filologia e storia delle idee, ipnotizzandoci, mentre siamo tutti accovacciati intorno al grande fuoco vivo della scienza, fuoco che brilla nella notte senza luna dei nostri bui tempi...
I “non detti” di cui parla il titolo si riferiscono al rapporto tra Eliade e Culianu, suo allievo (anche se non tecnicamente), in certa misura sopportato; l’esoterismo, appunto; i legami acclarati con la “Guardia di Ferro” rumena. Del resto è noto, soprattutto in psicologia e psicanalisi, come i rapporti fondati sul “non detto” e sulle non (franche) ammissioni delle proprie debolezze non facilitino le relazioni, fino al punto di rovinarle.
Il che spiega perché, come il Pietro dei cristiani, incapace talvolta di ammettere la natura vacillante della sua fede, tradì tre volte Gesù, anche Eliade, in certa misura tradirà Culianu, la Guardia di Ferro, e l’esoterismo. In favore della sua solitudine di scienziato, tutto dedito, soprattutto nel periodo americano (dal 1955 alla morte), allo studio accademico della storia delle religioni.
Però a differenza di Pietro, Eliade, non sarà la prima pietra di nessuna nuova chiesa tradizionalista (nel senso guénoniano ed evoliano del termine), o addirittura esoterista. Vivrà per se stesso, come uomo e scienziato, ma in funzione delle sue passate "debolezze". Lasciando lo “sciamano-Eliade”, di cui parla De Martino, aggirarsi, lento e silente, per gli scivolosi meandri del suo inconscio individuale. Per affacciarsi, qualche volta, in alcune pagine meno sorvegliate dei suoi diari.
Una precisazione: quando si parla dell’esoterismo di Eliade - e qui De Martino è lapidario - il lettore non deve assolutamente pensare, se ci si passa la caduta di stile, a un Eliade-Otelma, dedito a strani riti propiziatori e magici. Ma a un Eliade consapevole di un fatto importantissimo: che se si accetta l’idea che il sacro è un elemento strutturale delle coscienza umana, non è neppure possibile negare la forza tremenda e sconosciuta del linguaggio pre-riflessivo.
Un linguaggio, che va sì interpretato essotericamente, mediante il galateo della scienza, ma anche esotericamente, e non come strumento pre-scientifico, proto-scientifico o post-scientifico, ma trans-scientifico. E dunque “attraverso” quegli strumenti di lavoro individuale su stessi, appresi da Eliade nel corso del suo giovanile soggiorno in India e delle sue indagine sullo sciamanesimo. Ricerche sviluppate anche alla luce dello studio, tra gli altri, del pensiero di Evola e Guènon.
Siamo perciò davanti a un libro ricchissimo, ai cui contenuti e meriti, abbiamo qui solo rapidamente accennato, ma di cui consigliano vivamente la lettura. Con l’augurio che Marcello De Martino, come prossima fatica, ci offra una altrettanto ampia ricostruzione del volto essoterico di questo grande storico delle religioni. Restituendo così alla scienza della cultura il ritratto integrale di Mircea Eliade. Accademico e sciamano al tempo stesso. (Ed. Settimo Sigillo)
(Autore: Carlo Gambescia)

Addendum

Carlo Gambescia, autore della recensione, è un colto e preparato sociologo, studioso del pensiero di Sorokin e autore di saggi importanti sull’economia e il mercato. Scrive su numerosi quotidiani e riviste. Di lui segnaliamo "Viaggio al Termine dell’Occidente" (Edizioni Settimo Sigillo) di cui speriamo di occuparci prossimamente.
Pubblicato da Aldous

lunedì 5 gennaio 2009


Esponente del CICAP durante un'inchiesta contro l'occultismo.

L’anima delle cose è una racchetta.
Coglierla è rimbalzare
in un tennis da Tao che s’interrompe
solo se incappi nella rete, floscia, del corpo.

Conosce l'uomo se stesso:
il sè gli diviene mondo.
Conosce l'uomo il mondo:
il mondo diviene sè.
Chi molto un giorno dovrà annunciare,
molto tace dentro di sè.
Chi il lampo un giorno dovrà accendere,
a lungo deve essere nuvola.
                    F. Nietzsche


Nasca pur Cristo mille volte in Betlemme,
se non nasce in te,
resterai perduto in eterno.
                  A. Silesio


        E c'è un deserto immenso detto Cuore,
                                       di cui nelle foreste,
                            gl'intricati rami cullano l'ombra,
                                       come un bimbo.
                           In quella sua profondità mi persi!
                                                                Tagore

Des Menschen Seele
gleicht dem Wasser:
vom himmel kommt es,
zum himmel steigt es,
und wieder nieder
zur erde muss es,
ewig wechselnd.
.............................
L'anima dell'uomo
è simile all'acqua:
dal cielo viene,
al cielo risale
e di nuovo alla terra
deve tornare,
eternamente cambiando.
(Canto degli Spiriti sopra le acque - Goethe)

Hegel
Ricordo il suo bel nome Hegel Tubinga
ed io avrei masticato la sua tuta da ginnastica.
Il nome se lo prese in prestito dai libri
e fu come copiare di nascosto
fu come soffiare sul fuoco. Cataste scolastiche perchè ?
quando tutto è perduto non resta che la cenere e l'amore
e lei nel suo bel nome era una jena.
Chi di noi il governato e chi il governatore.
Son fatti che attendono alla storia
chi fosse la provincia e chi l'impero
non è il punto.
Il punto era l'incendio. Erano gli esercizi obbligatori estetici
le occhiate di traverso e tu guardavi indietro
c'eravamo capiti, capiti all'inverso.
Ci diventammo leciti per questo.
D'altronde d'altro canto. A volte essere nemici facilita.
Piacersi è così inutile.
Un bacio dai bei modi grossolani
sfuggì come uno schiaffo senza mani. Talmente precisi ci si rese conto
d'essere un allegoria soltanto quando
ci capitò di dire indicando il soffitto col naso
di dire "noi due" e ci marmorizzammo.
La corda tesa amò l'arco e la tempesta la schiuma,
il cuore amò se stesso
ma noi non divagammo.
L'animo umano è nulla se non è
una pietra da scalfire ricavando
i capelli e il suo bel piede. Era la collisione, il primo scontro epico
perchè non scritto ma cavalcato a pelo
ed ognuno esigeva la terra dell'altro
le mani, la terra, la carne e il terreno.
(L. Battisti)

domenica 4 gennaio 2009


LA CHIESA È LA CASA DI DIO

Avevo non più di quattro anni, quando nella Chiesa di un paesino in provincia di Rieti, mi recavo alla Santa Messa con mio padre. La Chiesa era colma e noi sempre in ritardo sostavamo vicino all'uscita. Tutti posti in piedi, era il 1962 e il celebrante parlava in latino. Se i preti avessero continuato a dir messa nella lingua dei padri, le chiese sarebbero piene così.Il Concilio Vaticano II°, concilio pastorale e non dogmatico, cambiò molto, forse troppo. Aprirsi al mondo, si diceva. Ma quale mondo? Al posto della candela di cera, dal significato profondo, troviamo nelle nostre chiese tubi di vetro pieni di miscele di gas. Al posto della luce naturale viva, abbiamo una luce elettrica morta così come morte appaiono certe prediche. Tutto si cambia, tutto diventa provvisorio, anche il nostro timor di Dio. Oggi che impera il progressismo in tutti i fronti dell'umano agire e sentire, si son svuotate le chiese. Colpa di noi credenti. Certo, per carità e anche dei preti, per bacco. Senza quel senso della Tradizione, senza il latino, senza il mistero, la gravità del peccato, senza la Misericordia, la chiesa diventa una sala conferenza, un luogo svuotato in parte del pieno della forza del Logos, ossia della parola e del pensiero. Da bimbetto poco o punto capivo di quella Messa in latino, ma una cosa sentivo, una vibrazione potente al centro del petto. La Parola non si cambia.

venerdì 2 gennaio 2009


UN FORUM PER TUTTI GLI ENTRONAUTI

Ho deciso, come promesso, di aprire un forum per condividere con voi amici di Entronauta un'avventura della coscienza, insieme, per scambiarci esperienze, idee, dubbi e qualche certezza su ciò che ci fa essere unici, senza fine, poiché la vita è crescere oltre il proprio egoismo. Le lampadine si esauriscono, gli uomini partono sempre. Il forum si chiama Entronauti, e che altro?
Indirizzo gruppo corrente:
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