Libera lo splendore prigioniero. Il tentativo è quello di attivare delle volontà, di far partire una scintilla che, raccolta da chi ci segue, crei una scarica permanente, un flusso. Verrà il momento in cui tutti gli sconvolgimenti cosmici si assesteranno e l’universo si aprirà per un attimo, mostrandoci quello che può fare l’uomo.

lunedì 5 gennaio 2009


Esponente del CICAP durante un'inchiesta contro l'occultismo.

1 commento:

alessandro ha detto...

Caro Angelo, non sono un adoratore di scimmie. Ci vuole molto coraggio ad attribuirmi una tale posizione. Mi conosci. Sai benissimo che ciò non rientra nella “mia costituzione”. Nutro un grande rispetto per la tua persona, ed un segno profondo di gratitudine. Seguo da sempre i tuoi lavori, (che di riflesso faccio sempre miei), il tuo Blog, e confesso d’esser stato spesso tentato di rivolgerti qualche domanda, ma ciò mi poneva di fronte a due problemi. Innanzitutto, braghe calate, immaginavo che la tua reazione alle mie domande ti avrebbe in qualche modo infastidito, per questo evitavo, e non avevo tutti i torti. Il secondo problema nasceva da quella sorta di gerarchizzazione che intesseva il nostro rapporto, che in un certo senso non è venuta mai meno, ma che inevitabilmente è cambiata. Non sono posizioni semplici e così nette. Io ritengo, è la mia vita del resto che parla, che l’occultismo, chiamiamolo così, debba tener conto degli effetti di quello che “nasconde”. E arrivo al sodo. Il darwinismo, per esempio, ha valicato quei confini “che sempre impediranno all’umanità di risolvere i più grandi interrogativi” – l’inciso è tuo. “Giusta o sbagliata che sia”, la teoria, ha posto delle basi, ha franto le tradizioni, tutto. Nuove basi, un avvenire nuovo, domande nuove, senso e non senso nuovi. L’umanità partecipa di questa rivoluzione. Le religioni non si tengono più in piedi. Il mondo di una volta è crollato. Ci siamo tutti dentro, anche tu. Io ritengo che Nietzsche abbia ragione sostenendo che il mondo è profondo. Non una profondità mistica, di cui egli non se ne è mai liberato del tutto, ma una profondità umana. Qualcosa di puramente umano. Teilhard de Chardin, scrive in una lettera: “diventa ogni giorno sempre più chiaro che, d’ora innanzi (all’evoluzionismo), nessuna religione soddisferà l’Uomo se non combinerà tra loro la fede nel Cielo e la fede nella Terra”. Non è un caso, per dirla alla tua, che le autorità romane gli negarono il permesso di pubblicare le sue opere di maggior conto. La teoria dell’evoluzione biologica di Teilhard in cui l’evoluzionismo rappresenta la pietra angolare, lascia il più ampio spazio al “composto spirituale” quale l’uomo è. Egli, come te, è consapevole che la scienza cambia nel tempo, ma sa anche che cresce nel tempo. Dio è al centro, è ovvio. Una domanda mi ha particolarmente colpito di Teilhard ed è questa “che cos’è un’esistenza fedele alla vita?” Molte sono le risposte possibili, ma la strada è lunga. “Perché non amare la noosfera se si ama l’oceano e il cielo?” Sconfessare coloro che vedono nella scienza e nella sfera spirituale una differenza di natura, e non di grado, mi pare sia questa la lezione. L’occhio, non ha certo difficoltà a guardare un po’ più in là. Una sorta di specializzazione del sapere occulto, che s’affranca da ciò che gli scivola via, lascia poco spazio alla dignità che gli compete. Questa è la mia impressione. Uno sforzo ancor più grande. Regni incomunicabili conciliabili in una sorta di interregno spirituale. Questa è la mia più sincera sperimentale convinzione. Del resto tu mi hai insegnato che niente quanto la verità è sperimentale. La realtà esiste, per noi. Cristo ha detto che questo mondo non è il Suo, ma certamente, prima di scomparire, per un po’ pare proprio nostro. Non sto esaltando il mondo, ma come ancora una volta mi hai insegnato, almeno usiamolo e traiamone profitto. Un’ultima cosa. Mi hai posto questa domanda “l’uomo che non crede in nulla che lo superi, chi è? Ti rispondo semplicemente che la domanda è sbagliata.

Con affetto,
Alessandro Piccioni